RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Ho letto con attenzione le dichiarazioni dell’ex direttore generale dell’Asp di Cosenza Sergio Diego, in seguito alle sue dimissioni.

Le esternazioni del  manager di lungo corso la cui professionalità e correttezza è unanimemente acclarata e riconosciuta sembrano incredibili per quanto pongono in evidenza.

Sono parole di una gravità assoluta, allucinanti e nel contempo avvilenti, ma siamo così abituati all’emergenza ed allo scandalo che quasi passano inosservate, soprattutto alla stragrande maggioranza dei calabresi.

Mi auguro che insieme a me ed a tanti altri cittadini li abbia lette anche qualche magistrato, considerata l’obbligatorietà dell’azione penale.

Il mondo politico e soprattutto civile, di fronte a tutto ciò non può restare a guardare indifferente, senza continuare a mettere a repentaglio la vita di noi stessi e di tutti. Che l’azienda sanitaria più grande ed importante della Calabria quale quella cosentina, si trovi in queste condizioni non è più tollerabile.

Inutile ripetere che le responsabilità sono di tutti, governi passati ed attuali che ancora ad oggi non si decidono ad intervenire con immediatezza, coraggio e fermezza.

Di fronte a questa situazione ormai ingovernabile ed intollerabile non è azzardato far intervenire l’esercito, la sanità delle forze militari con ospedali da campo attrezzati di tutto punto.

La sanità in Calabria è in guerra, con le indifferenze, le omissioni, il menefreghismo di chi è andato all’arrembaggio di ogni postazione solo per servirsene e non per servire chi ne ha bisogno.

La sanità pubblica ha abbandonato la salute dei cittadini per consegnarla nelle mani di quella privata e questo è un piano che a molti è costato la vita ed a tantissimi altri costa così tanto da non potersi permettere alcuna cura.

Intervenire è un obbligo morale.