La picchiava ripetutamente, le strappava i vestiti e i capelli, per poi soddisfare le proprie perversioni, abusando sessualmente di lei. E’ questa la terrificante storia di una bambina di soli dieci anni, che subiva violenza sessuale e fisica da parte di chi, nella vita, dovrebbe solo proteggerti: il proprio nonno.


Un dolore che la piccola trasformava in silenzio, ma che era reso visibile dal suo corpo profanato e dai suoi occhi spenti, distrutti da anni di violenze. Ad accorgersi di ciò che la bambina tentava a tutti i costi di nascondere, un angelo che ha notato la sofferenza nell’atteggiamento della piccola: la sua maestra.


La denuncia, resa dalla docente di una scuola primaria del Vibonese frequentata dalla vittima, alla Squadra mobile di Vibo Valentia l’1 aprile, ha messo fine al calvario della piccola, che stava logorando sempre di più la sua esistenza. Gli agenti del questore Raffaele Gargiulo, coordinati dal procuratore capo Camillo Falvo e dal pm Maria Cecilia Rebecchi, hanno prontamente chiuso l’indagine, grazie al contributo della Psicologa di Stato e alle testimonianze della vittima, registrate tramite uno smartphone dalla stessa maestra.


Da quanto emerso dal corso dell’inchieste presenti sui diversi canali di informazione, in due settimane i magistrati sono riusciti a richiedere la misura restrittiva a carico dell’indagato. Gli elementi indiziari sono stati riconosciuti dal gip Francesca del Vecchio, ottenuti dagli investigatori e le esigenze cautelari. L’accusa mossa dagli inquirenti è di violenza sessuale aggravata nei confronti dell’indagato, ritenuto un pedofilo di 70 anni.

Secondo la madre, interrogata anch’essa, gli episodi di violenza erano noti all’interno del nucleo familiare e che, più volte, ha provveduto a riprendere tramite una registrazione video il suocero che abusava fisicamente e sessualmente della creatura. Secondo quanto esposto dal gip Francesca Del Vecchio: «Ne emergeva un quadro univoco e privo di contraddizioni, dal quale si evinceva un perpetrarsi, costante e reiterato, di abusi a danno della piccola, tutti drammatici, ma alcuni caratterizzati da sconcertante gravità e inspiegabilmente tenuti nascosti dalla compagine familiare sino dalla denuncia dell’insegnante»

La testimonianza più agghiacciante, però, è quella resa evidente dal corpicino della piccola, la quale, a seguito di un necessario esame ginecologico, ha dato voce a quei terrificanti episodi subiti a cui la bambina sottostava ogni giorno, sotto la mente perversa di un orco. Secondo il magistrato, infatti, il referto clinico della vittima lascia emergere fatti di «straordinaria gravità e violenza».


Fonti: La C News ; Calabria7 ; Quotidiano del Sud