Prefetta Crotone
Franca Ferraro

La prefetta di Crotone, Franca Ferraro, ha istituito una Commissione di indagine per accertare la presenza di eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune di Casabona, sulla base di un decreto da lei emesso e previa delega ricevuta dal ministro dell'Interno.

Prima di essere nominata Prefetta di Crotone, Ferraro aveva già maturato esperienze significative come viceprefetta e dirigente all'interno di altre Prefetture, dove si è occupata di materie legate alla sicurezza, alla gestione delle emergenze e alla prevenzione dei fenomeni di criminalità organizzata. La sua carriera è caratterizzata da un impegno nella gestione e nel coordinamento delle forze di polizia, nonché nella supervisione della legalità a livello locale.

Franca Ferraro è un esempio di funzionaria pubblica che lavora per garantire il rispetto della legge e la sicurezza dei cittadini, affrontando in particolare le sfide legate alla criminalità organizzata e alla tutela della legalità nelle amministrazioni locali.

La Commissione

La Commissione è composta da Luigi Guerrieri, viceprefetto della Prefettura di Crotone, Rossella Pozzebon, maggiore del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone, e Giuseppe Rausa, tenente del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro. Quest'organo potrà avvalersi anche di un Nucleo di supporto, che includerà altri rappresentanti delle forze di polizia. Il mandato della Commissione è di tre mesi, con la possibilità di proroga per altri tre mesi.

Sciolto il Consiglio Comunale di Casabona 

Il 7 novembre, la prefetta Ferraro aveva già provveduto a sciogliere il Consiglio comunale di Casabona, nominando Manuela Currà, viceprefetto aggiunto, per gestire l'ente. Lo scioglimento era seguito alle dimissioni di tutti i consiglieri comunali. Currà era stata precedentemente nominata commissario a seguito della sospensione del sindaco di Casabona, Francesco Seminario (del Pd), arrestato il 4 ottobre nell'ambito dell'operazione "Nemesis", condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che aveva rivelato le presunte interferenze della cosca Tallarico della 'ndrangheta sulla gestione amministrativa del Comune.

Il commissariamento era stato necessario anche a causa delle dimissioni irrevocabili del vicesindaco Leonardo Melfi, anch'egli coinvolto nell'indagine dell'operazione "Nemesis".