Sangue sulla SS106: Corigliano-Rossano piange Pasquale Bruno, una vita dedicata al mare
Pasquale, pescatore di Schiavonea, è la 28esima vittima del 2024: grave il figlio 16enne, in sella alla moto con il padre
Tragico incidente a Co-Ro: perde la vita un motociclista
Un altro terribile incidente stradale ha sconvolto la calma e la serenità di una famiglia calabrese: la lunga scia di sangue che continua a macchiare la Strada Statale 106, conosciuta come “strada della morte”, non sembra, purtroppo, asciugarsi. L’ultimo tragico sinistro è avvenuto ieri, nel pomeriggio, e ha colpito il terzo comune della Calabria, Corigliano-Rossano. In questo pericoloso tratto, un violento scontro tra un’auto e una moto ha posto fine alla vita di Pasquale Bruno. 47 anni, del borgo marinaro di Schiavonea, la vittima ha ieri detto addio, improvvisamente, alla sua famiglia: solo un attimo, un tonfo sordo, la caduta dalla motocicletta e una vita spezzata. A nulla sono valsi i soccorsi che hanno raggiunto Torricella, luogo della tragedia: Pasquale, in condizioni disperatissime, non ce l’ha fatta. Un dolore enorme, soprattutto se si pensa che l’uomo è la 28esima vittima del 2024 sulla ss106: solo pochi giorni prima, infatti, una mamma di Girifalco – Assunta Migliazza di 43 anni – è deceduta su quella terribile e fatiscente strada.
La dinamica dell’incidente
L’incidente è avvenuto il 5 novembre, intorno alle ore 16, e ha visto coinvolti una Fiat Punto e una moto di grossa cilindrata. Pasquale Bruno, che conduceva il mezzo a due ruote, non era solo: dietro di lui, a condividere per l’ultima volta quella sella, il figlio di 16 anni. Secondo una prima ricostruzione, i due stavano percorrendo la statale 106 quando, per cause ora al vaglio degli inquirenti, si sono scontrati contro la vettura. Il violento schianto ha scaraventato i passeggeri della motocicletta a terra, distruggendo la parte frontale dell’auto e innescando un terribile incendio.
Pasquale Bruno ss106
Il figlio lotta tra la vita e la morte
La situazione è subito precipitata: Pasquale Bruno versava già in condizioni gravissime, tanto da spegnersi poco dopo. Il quadro clinico del figlio invece, che con il padre condivideva la passione per le due ruote, si è incrinato nel giro di pochi minuti. Per lui, infatti, è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso che lo ha trasportato d’urgenza all’Ospedale Annunziata di Cosenza. Qui, preso in carico dall’equipe specializzata, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ed è ora in prognosi riservata. Sulle sue condizioni di salute, purtroppo gravi, vige il massimo riserbo da parte dei medici.
Pasquale Bruno, una vita dedicata al mare
Pasquale Bruno aveva solo 47 anni e una vita piena e ancora tutta da scrivere. Il destino avverso, però, lo ha strappato alla sua famiglia troppo presto. Viveva a Corigliano Calabro e aveva 4 meravigliosi figli – tra cui il maggiore, di 16 anni, coinvolto nell’incidente. Un’esistenza semplice, quella di Pasquale, eppure appagante: l’uomo, infatti, poteva contare non solo sull’amore e l’affetto incondizionato dei suoi cari, ma anche sul suo mare, quello del borgo di Schiavonea, che lo vedeva impegnato quotidianamente come pescatore. Il suo, però, non era un semplice lavoro ma una vera e propria passione: nonostante le levatacce, la fatica di ogni giorno e la stanchezza, Pasquale non ha mai rinunciato a quel punto di contatto con le acque del suo mar Ionio, calme o tormentate che fossero, che lo rendevano uno spirito libero e avventuriero. Infatti, alle mansioni di pescatore, affiancava comunque delle spedizioni di pesca, proprio per non rinunciare mai a quella sensazione di serenità che lo appagava.
“U guagniune i ra Marina”
Pasquale era benvoluto da tutti: il sorriso sulle labbra, la battuta sempre pronta, divertente e spigliato come solo un pescatore sa essere: cresciuto tra le “vinelle” di Schiavonea, era conosciuto come “u guagniune i ra Marina”. In tanti lo ricordano, per i giorni trascorsi insieme, felice anche quando era a lavoro, a caricare e scaricare al mercato del pesce, tra notti insonni e giornate interminabili. Tra i suoi hobby, oltre a quello della pesca, vi era anche l’amore per le due ruote: tante, infatti, sono le foto che lo ritraggono in sella alla sua motocicletta, casco in testa, pronto per un nuovo, emozionante, viaggio. L’ultimo, purtroppo, si è rivelato eterno: Pasquale non tornerà più nella sua Schiavonea a cavallo della sua moto rombante, non vedrà più l’alba nascere e accarezzare la sagoma della sua terra e il profilo di quel mare che tanto amava. Una grave perdita, soprattutto per la sua giovane età, soprattutto perché inconcepibile e perché lascia un vuoto incolmabile in chi lo ha voluto – e continua ancora – a volergli bene.
Pasquale è la ventottesima vittima della S.S.106 nell’anno 2024
Sulla tragica morte di Pasquale Bruno si è espressa l’Organizzazione di Volontariato “Basta vittime sulla ss106” che ha ricordato che, con il decesso del 47enne, i morti salgono a 28 nel solo 2024. “Una vittima ogni 11 giorni – spiega l’OdV in una nota -. “11 vittime in provincia di Catanzaro. 8 vittime in provincia di Reggio Calabria e 7 in provincia di Cosenza. 2 vittima in provincia di Crotone. Questo è il bollettino di guerra sulla famigerata “strada della morte nel 2024, un anno che si attesta di diritto tra i peggiori negli ultimi dieci anni in materia di mortalità stradale e che vede ad oggi un incremento di 6 vittime rispetto al 2023. Tra tutte colpisce, inoltre, la provincia di Catanzaro: passa da 3 vittime nel 2023 a 11 (più del triplo), nel 2024”.
Emerge un dato sconfortante per la Calabria:” è la regione in cui – spiega l’OdV -, nel corso del 2023, si è registrato l'incremento maggiore di vittime in incidenti stradali in Italia. Le persone decedute, infatti, sono state complessivamente 109, rispetto alle 74 del 2022. La Calabria è inoltre la regione in cui, sempre nel corso del 2023, è stato rilevato l'aumento più alto, in termini percentuali, di incidenti con morti o feriti, che sono stati, complessivamente, 3.114, con un incremento del 47 per cento rispetto all'anno precedente. Nessuna regione d'Italia ha registrato dati così drammatici”.
L’OdV sottolinea che “tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica Italiana. Quanto accade purtroppo da sempre sulla S.S.106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politiche: il silenzio e l’indifferenza del Governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla S.S. 106”.