Coronavirus, Catanzaro. Ristoratori al Prefetto: controlli e uno scudo penale per eventuali contagi
Sono contenute tutte in un documento del Comitato ristoratori di Catanzaro le richieste di alcune centinaia tra titolari e dipendenti di esercizi della ristorazione del capoluogo calabrese. Le esigenze dei lavoratori sono state consegnate ieri in Prefettura da una delegazione dello stesso Comitato e indirizzato al prefetto Francesca Ferrandino.
Controlli che abbiano una valenza preventiva ed informativa nella prima fase di riapertura e scudo penale e civile a fronte di eventuali contagi da Covid-19 da parte dei dipendenti. I ristoratori non hanno ancora riaperto le proprie attività, in attesa proprio di risposte da parte della Prefettura stessa, alla quale hanno espresso i loro dubbi sulla fase 2 ed i rischi della riapertura, a seguito del provvedimento governativo che dal 18 maggio scorso ha autorizzato la ripresa delle attività commerciali.
Tra tutte le perplessità, hanno in particolare evidenziato che "la velocità e la celerità con la quale il Governo ha emanato il decreto" ha reso difficilmente applicabili le misure previste, che, tra l'altro, a loro avviso sono "discrezionali e di libera interpretazione da parte degli organi deputati al controllo". Misure che per i ristoratori del Comitato sono "restrittive in fase di accertamento, considerando le sanzioni amministrative e pecuniarie onerose e gravose sulle attività". Da qui le richieste avanzate al Prefetto che nella prima fase i controlli, piuttosto che di tipo sanzionatorio, siano di tipo preventivo e informativo e che sia previsto lo scudo penale e civile.