Finisce agosto che abbraccia settembre, con le sue prime piogge che rinfrescano l'aria estiva. Per i cittadini, questo è il periodo in cui ritorna la vita di sempre, il cambio di stagione degli armadi o la ripresa delle attività lavorative. Ma per chi vive in campagna, questo è un periodo tra i più importanti, quello che definirà l'inverno, come fanno le formiche in estate: il periodo delle conserve. 

Profumo di passata avvolge le cantine e i magazzini di quegli agricoltori che - con fatica e dedizione - hanno coltivato i propri pomodori, e dopo un'accurata raccolta arriva il momento tanto atteso, quello che rende un seme un frutto, fino a diventare un prodotto finito. Solo chi ha aiutato, almeno una volta nella vita, il nonno o la nonna, sa bene cosa significa produrre la passata. Da bambina ricordo ancora come non mi fosse permesso sbucciare i pomodori con il coltellino, per paura di tagliarmi, e così lavoravo a mano, con le dita piccole che lavoravano più veloce di qualsiasi macchinario. E poi la cottura delle bottiglie chiuse in una grande pentola, che mia nonna girava e girava. Ricordo le trafile di bottiglie di birra accuratamente conservate tutto l'anno, quando mia mamma mi rimproverava: "No, non le buttare, servono a nonna per la conserva!"

Ricordi di usanze antiche, che, però, hanno storie ancora più antiche alle spalle, che forse nessuno si è mai chiesto.

Come sono nate le conserve di pomodori?

Tutto ebbe inizio  quando Napoleone Bonaparte offrì un gustoso premio a chi fosse riuscito a trovare un modo per conservare gli alimenti per un lungo periodo di tempo, in modo che il cibo trasportato dall’esercito francese non finisse per decomporsi e/o far ammalare i soldati.

Tutti si adoperarono a soddisfare le richieste dell'imperatore francese con le idee più stravaganti e disparate. A vincere il premio fu Nicolas Appert, pasticcere e cuoco francese, che nel 1809 presentò la sua invenzione che consisteva nell’introdurre i cibi in bottiglie di vetro dotate di tappi fissati con filo di ferro e sigillati con cera o ceralacca, messi in acqua bollente per un certo periodo di tempo. Successivamente sarà l'ingegnere Philippe de Girand ad ideare dei contenitori di latta per conservare gli alimenti, brevettati dall’inglese Peter Durand nel 1810.