Le “sere d’autunno” nel comune calabrese più alto del Pollino
L’evento, realizzato dall’Associazione Culturale “I Połëcënellë” in collaborazione con il Comune alessandrino, è un’eco al turismo delle radici
Il fascino di Alessandria del Carretto
Esiste un posto, a 1000 metri sul livello del mare, incastonato tra cielo e montagna, dove poco più di 300 anime trascorrono la loro vita immersi nella pace della natura incontaminata. Alessandria del Carretto, paesino di frontiera tra la Calabria e la Lucania, si erge a comune più alto del Parco Nazionale del Pollino e custodisce i saperi - e i sapori - più antichi della tradizione montana.
Un piccolo presepe, con il lastricato in pietra, i vicoli stretti e le case basse, le nonne sull’uscio di casa dove, quando cade la neve, i comignoli sbuffano e il fumo bianco si staglia nel cielo scuro alle spalle del Monte Sparviere. Ma paese di montagna non è sinonimo di paese vuoto: il borgo, infatti, approfittando della sua posizione privilegiata, è riuscito - negli ultimi anni - a convertirsi nella meta perfetta per chi ama la vita semplice, lo scandire lento del tempo, il paesaggio maestoso e le tradizioni.
Le “sere d’autunno” alessandrine
Alessandria del Carretto, dalla provincia di Cosenza, ha avuto una risonanza mondiale grazie all’intraprendenza delle ultime Amministrazioni Comunali e delle Associazioni che, puntando sugli usi e costumi del luogo, hanno saputo esportare il marchio alessandrino oltre la Calabria. Sulla scia di manifestazioni folkloristiche, iniziative culturali e di promozione territoriale, il paese sarà ancora protagonista con l’evento “Sere d’Autunno” in programma per il prossimo 1 Novembre.
L’iniziativa, realizzata dall’Associazione Culturale “I Połëcënellë” in collaborazione con il Comune alessandrino, prevede una mattinata all’insegna delle escursioni e della scoperta degli scorci più suggestivi del paesino. La sera, poi, dalle ore 19:00 a Largo San Vincenzo, partirà la vera e propria sera d’autunno con il sapore delle caldarroste innaffiate da un buon bicchiere di rosso dei vitigni autoctoni. Ad accompagnare i visitatori, canti e musica acustica del folklore tradizionale.
Le “sere d’autunno” nel comune calabrese
Perché visitare Alessandria del Carretto?
Se siete amanti della montagna, o incuriositi dalla bellezza dei piccoli borghi calabresi, Alessandria del Carretto è la destinazione da scegliere. Un mix di street art, storia antica e cultura popolare rendono, infatti, il paesino una piccola perla del Parco Nazionale del Pollino. A corredare il tutto, la genuinità della gente, il caloroso abbraccio del Monte Sparviere e la bellezza “animata” del laghetto artificiale nel quale si riflettono le alte cime degli alberi.
Le chiesette e il museo tradizionale
Nel borgo sono disseminati diversi murales, simbolo della cultura popolare ma con una sguardo all’innovazione. Da visitare anche le tre chiese, punti focali che segnano l’entrata, la piazza centrale e l’uscita: la prima è la Chiesetta di San Rocco, una cappella dedicata all’omonimo santo e che, nei giorni di festa, viene aperta per consentire una visita ed una preghiera.
Al centro di Piazza Municipio si erge invece la Chiesa di Sant’Alessandro Papa, patrono del borgo. Eretta nel ‘600, presenta 3 portali d’ingresso mentre, internamente, è finemente decorata in stile neoclassico. Da menzionare la torre campanaria, con orologio annesso, che scandisce il trascorrere del tempo. Infine, quasi a segnare la fine del piccolo paese, troviamo la Cappella di San Vincenzo, anch’essa innalzata in onore del Santo valenciano.
Nel borgo si erge anche il Palazzo Chidichimo, un antico stabile signorile del XVII secolo, già dimora del Principe Pignone del Carretto che ha fondato la città. All’interno del palazzo è situato l’innovativo Museo delle Maschere Alessandrine il quale - come riporta il sito ufficiale - “ospita una raccolta di pezzi legati ai riti del Carnevale provenienti da tutto il mondo, in particolar modo dall’Italia”. Un’attenzione particolare è rivolta proprio al carnevale alessandrino e alle sue maschere caratteristiche: i Połëcënellë Bielle, i Połëcënellë Brut’, la Coremme e l’Ursë.
Gli eventi da non perdere: il Carnevale Alessandrino
Il Carnevale di Alessandria del Carretto è la raffigurazione ultima del paese che si risveglia dal letargo del rigido inverno per accogliere la primavera, la stagione della fertilità e dell’abbondanza. Le maschere che racchiudono l’essenza alessandrina carnascialesca sono i “Połëcënellë Bielle” e i “Połëcënellë Brut” (Pulcinella Belli e Brutti, ndr.).
I Belli, di aspetto seducente e finemente vestiti, danzano con grazia e si avvicinano alla gente con fare gentile, a simboleggiare la delicatezza della primavera che sta sbocciando. I Brutti vestono invece di nero e di stracci, si muovono disordinatamente e buttano cenere sul capo delle persone, ad indicare lo scompiglio del freddo inverno. Tra tutte, spicca la maschera “dell’Ursë”, una figura bestiale e con grandi corna che attraversa le viuzze con catene e campanacci. Il rito, che simboleggia l’antica lotta tra il Bene e il Male, è accompagnato da musiche popolari che intrattengono i visitatori nel mese di febbraio.
La Festa della Pitë
L’ultima domenica di Aprile torna invece il consueto appuntamento - ormai centenario - con “La Festa della Pitë” (la Festa dell’Abete, ndr.). I paesani, con il supporto di turisti e curiosi provenienti dai comuni vicini, raggiungono il Monte Sparviere per agganciare la pita, ovvero un albero di abete - precedentemente tagliato e ripulito - che viene trasportato “a braccia” giù per la valle, fino ad arrivare in paese.
La discesa, aiutata da corde e dai “mastri” che guidano i volontari, è impervia ma divertente: il trasporto, infatti, si trasforma in una vera e propria festa a suon di ciaramelle, tamburelli e organetti. A condire il tutto, una buona dose di rosso locale e i prodotti tipici che, a fine giornata, riecheggiano come un vero e proprio premio. La festa termina di sera con l’arrivo della pita in paese dove, per le celebrazioni del 3 maggio in onore del Santo Patrono, verrà issata al centro della piazza.