Ventidue anni fa è stata rimossa l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali dall’Oms e, da allora, è diventata una data simbolo: oggi, 17 maggio, si celebra la ‘Giornata Internazionale contro l’Omotransfobia’.

Un momento dedito alla sensibilizzazione e la denuncia ad ogni atto di violenza discriminatorio attuato in nome dell’orientamento sessuale, che deve essere per ognuno “libero” e senza vincoli di espressione, esso è stato costituito come data simbolo dall’OMS a causa della forte discriminazione che veniva attuata nei confronti degli omosessuali, giudicati “deviati” e “patologici” dalla Medicina Psichiatrica.

Ad oggi, le leggi che regolano l’omotransfobia sono molto diverse tra loro, da Paese a Paese. In particolare, in Italia ancora si è lontani dalla possibilità di un’inclusioni di leggi che regolino tali diritti. Recentemente, nell’ottobre 2021, è stata bocciata la proposta di legge del deputato del Pd, Alessandro Zan, che andava, appunto, a regolamentare i diritti delle comunità LGBTQ+.

In una società moderna in cui la libertà di espressione e di individualità viene messa al primo posto rispetto ad una schematicità comportamentale e caratteriale, è giusto affrontare temi del genere, che spesso, soprattutto nelle strutture scolastiche, vengono considerate ancora un tabù.

Il concetto di libertà di genere è un un fattore importante che permette la libertà di ognuno di noi di esprimere il proprio estro e le proprie attitudine, limitando l’odio e la violenza che, spesso, viene causata, il più delle volte, dalla repressione di una inclinazione che vorrebbe sbocciare.