Il consumo di prodotti lattiero-caseari potrebbe aiutare a ridurre il rischio di tumori e di malattie cardiovascolari. A dirlo è la ricerca di un gruppo di studiosi italiani, nell'ambito dello studio europeo Prospective investigation on cancer and nutrition (Epic -Italy), che coinvolge 520 mila persone in 10 Paesi, sull'associazione tra prodotti lattiero-caseari e mortalità. La ricerca, pubblicata su The American Journal of Clinical Nutrition, è stata presentata all'AGRO-FOOD LAB dell'Università di Brescia in un convegno organizzato dalla cooperativa aderente a Confcooperative, Aop Latte Italia.

Secondo lo studio condotto su 45.009 persone, dopo una media di 14,9 anni, durante i quali si sono registrati 2.468 decessi (il 59% per cancro e il 19% per malattia cardiovascolare), non solo non è stata trovata alcuna associazione tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e mortalità, ma è stata riscontrata una riduzione del 25% del rischio di mortalità con l'assunzione di latte da 160 a 120 grammi al giorno. Nessuna differenza è stata trovata scomponendo il consumo di latte tra intero e scremato.

"Sono questi messaggi positivi e rassicuranti che stiamo diffondendo in una campagna di comunicazione sul web e sui social autofinanziata dalle cooperative, intitolata 'Verde Latte Rosso'", commenta il coordinatore settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Giovanni Guarneri, nel precisare.

L'obiettivo è rilanciare il consumo di latte e dei latticini, veicolare il valore economico, sociale ed ambientale di migliaia di aziende italiane. Il settore lattiero-caseario di Alleanza cooperative rappresenta oltre 600 cooperative, a cui aderiscono 17 mila stalle che producono il 63% della materia prima nazionale per un valore di 7 miliardi di euro, pari al 50% del fatturato nazionale del comparto.

Fonte Ansa