Cosenza 2025, un fiume di vergogna a cielo aperto nelle campagne di Donnici
Cosenza, città dalla storia millenaria e cuore pulsante della Calabria, si ritrova nel 2025 con uno scandalo che non dovrebbe più appartenere a un capoluogo che ambisce alla modernità: a soli 7 chilometri dal centro cittadino, nelle campagne di Donnici, un fiume di fogna scorre a cielo aperto. Sì, avete letto bene: una vera e propria cloaca, che non solo rappresenta un problema ambientale devastante, ma che è soprattutto una ferita aperta nella dignità della città e dei suoi abitanti.
Un problema annunciato e mai risolto
Questo degrado non è un fulmine a ciel sereno. La situazione delle frazioni di Cosenza è stata per anni al centro di proclami, promesse elettorali e investimenti pubblici. Nel 2011, l'allora amministrazione comunale si vantava dei risultati ottenuti: interventi sulle fognature a Bivio Donnici, lavori di manutenzione straordinaria, riqualificazione del depuratore, e persino un ambizioso stanziamento di 450 mila euro nell'ambito del Piano per le Opere Pubbliche. Una lista di opere che, sulla carta, avrebbe dovuto risolvere una volta per tutte il problema delle infrastrutture nelle frazioni. Eppure, 14 anni dopo, ci ritroviamo con un vero e proprio torrente di liquami che attraversa le campagne, minacciando la salute pubblica e l'ambiente. Dove sono finiti quei soldi? Sono stati spesi male, sprecati o, peggio ancora, assorbiti in un sistema incapace di garantire servizi essenziali ai cittadini?
Il fiume di fogna: Una denuncia alla politica locale
Ci siamo recati personalmente nelle campagne di Donnici, e quello che abbiamo trovato è semplicemente vergognoso: un flusso costante di acque reflue non trattate, un odore nauseabondo e un paesaggio che sembra uscito da un film post-apocalittico. Questa non è solo incuria, è una dichiarazione d'indifferenza nei confronti delle frazioni e dei loro abitanti. È assurdo pensare che mentre Cosenza si impegna a mostrare un volto moderno e accogliente, a pochi chilometri dal centro si viva in condizioni che non si addicono neanche al secolo scorso.
Quanti soldi pubblici spesi? E come?
Non possiamo non porci domande amare. Perché le frazioni, spesso considerate periferie dimenticate, continuano a essere escluse dalle priorità amministrative? In un'epoca in cui si parla tanto di sostenibilità, di gestione delle risorse e di innovazione infrastrutturale, perché ancora non si riesce a risolvere un problema così basilare come quello delle fogne? I dati ufficiali parlano chiaro: negli ultimi decenni, milioni di euro sono stati destinati alle infrastrutture idriche e fognarie. Tuttavia, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le promesse fatte nel 2011 sembrano svanite nel nulla, e l'eredità di quegli interventi è un fiume di fogna che scorre libero.
Una chiusura (amara) ma sincera
Vogliamo chiudere con una riflessione che speriamo arrivi a chi di dovere. I fiumi di fogna, oltre a essere un pericolo per la salute e l'ambiente, sono un simbolo della cattiva gestione e della miopia politica. Forse, con una migliore pianificazione e con qualche vasca di decantazione in più, la situazione sarebbe stata diversa. Ma ormai i soldi sono stati spesi. Spesi come? Beh, su questo c'è ancora un gran mistero. Nel frattempo, il fiume di Donnici scorre, portando con sé non solo liquami, ma anche un pezzo della credibilità delle amministrazioni locali. E, cari lettori, di una cosa siamo certi: i fiumi di fogna non fanno bene né alle persone, né all'ambiente.