Mattia Preti
Mattia Preti

Il chiaro scuro caravaggesco sedotto dal ‘manfrediana methodus’ che spogliava le sue opere della carica simbolica tipica del tempo. Mattia Preti non fu solo un’artista poliedrico ma anche un vero e proprio ‘sperimentatore’ della pittura del 600, annoverandosi come uno dei maestri indiscussi del Barocco europeo. Originario di Taverna, nel catanzarese, viene ricordato come ‘Il cavalier calabrese’ per la sua nomina come pittore ufficiale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. La sua arte divenne conosciuta e apprezzata in tutto il bacino del Mediterraneo, una firma stilistica che vedeva mischiare varie tecniche e scenari, in opere uniche nel loro genere che andavano, piano piano abbandonando, la rappresentazione di soggetti ‘religiosi’ e accoglievano una rappresentazione di ‘vita quotidiana’. Le atmosfere neovenete, riconosciute soprattutto nel cromatismo e nel modo in cui viene dipinto il cielo, vengono riviste in una riflessione sul classicismo bolognese dell’epoca, differenziando i personaggi “positivi”, che si distinguono per la loro bellezza quasi eterea, dai ‘nemici’, gli aguzzini, dipinti in modo naturalistico, caravaggesco. Questa differenziazione sottolinea la creatività e la poliedricità del pittore catanzarese, anche nella scelta di stili sempre diversi, come l’influenza del ‘manfrediana methodus’, ossia la maniera tipica di Bartolomeo Manfredi, che proponeva un caravaggismo molto vicino a Michelangelo Merisi. 

Mattia Preti, Resurrezione di Lazzaro (1650-1659; olio su tela, 202 x 260 cm)
Mattia Preti, Resurrezione di Lazzaro (1650-1659; olio su tela, 202 x 260 cm)

La vita

Mattia Preti nacque il 24 febbraio 1613 a Taverna, una piccola cittadina calabrese. Fin da giovane, mostrò un talento eccezionale per la pittura e si trasferì a Roma, dove si formò artisticamente. Qui entrò in contatto con le opere di grandi maestri come Caravaggio, Guido Reni e Guercino, i cui stili influenzarono profondamente il suo lavoro. Nella capitale, insieme a suo fratello Gregorio, anch’egli pittore, entrò nell’orbita della grande tradizione pittorica romana e iniziò a sviluppare il suo stile personale, caratterizzato da una drammaticità intensa e un uso magistrale della luce. Durante il suo soggiorno a Roma, Mattia Preti si ispirò profondamente all'opera di Caravaggio, adottando l'uso del chiaroscuro e rappresentando scene religiose e mitologiche con un forte senso teatrale. Le sue opere di questo periodo mostrano una maturità stilistica che lo porterà a diventare uno degli artisti più apprezzati della sua epoca. Tra le opere più importanti di questo periodo si annoverano numerose tele di soggetto sacro e alcuni affreschi in chiese romane, che gli valsero notorietà e prestigio tra i committenti ecclesiastici. Nel 1653, Preti si trasferì a Napoli, città in cui la pittura barocca era dominata dall'influenza di artisti come Jusepe de Ribera e Luca Giordano. Qui si dedicò alla decorazione di chiese e palazzi, realizzando opere di grande impatto emotivo e scenografico. A Napoli, la sua pittura acquisì una maggiore libertà compositiva, e le sue tele divennero più luminose e dinamiche. Tra le sue opere più significative di questo periodo troviamo "San Sebastiano curato dalle pie donne" e "Il Convito di Baldassarre", entrambe caratterizzate da un uso spettacolare della luce e un'espressività intensa. Nel 1661, Mattia Preti si stabilì a Malta, dove divenne il pittore ufficiale dei Cavalieri di San Giovanni. Per la sua opera e il suo impegno artistico, fu insignito del titolo di Cavaliere di Grazia dall’Ordine dei Cavalieri di Malta, un riconoscimento raro per un artista. A Malta, il suo stile raggiunse la piena maturità, e tra le sue opere più celebri vi è il monumentale ciclo di affreschi all’interno della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, raffigurante scene della vita di San Giovanni Battista. 

Il patrimonio di Mattia Preti in Calabria

Mattia Preti, La Madonna della Purità, chiesa di San Domenico a Taverna, Mattia Preti, Gesù Bambino benedicente che regge la croce, detto Redentore Infante, Taverna

Un'importante testimonianza dell'amore di Mattia Preti per la sua terra natale si trova nelle opere da lui inviate in Calabria, tra cui il Ritorno del Figliol Prodigo, conservato nella Pinacoteca Civica di Reggio Calabria. Quest’opera rappresenta una delle più alte espressioni della pittura di Preti ed è parte del vasto corpus delle opere pretiane presenti nella regione. Un altro capolavoro che rafforza questo legame è la Madonna della Purità, oggi custodita nella Chiesa di San Domenico a Taverna. Queste opere permettono di comprendere meglio il contributo del pittore alla storia dell’arte del Sud Italia e in particolare della Calabria, nonostante la sua fama si sia consolidata principalmente a Roma, Napoli e Malta. In questi centri, Preti ricevette importanti commissioni e poté ammirare le opere di Caravaggio, il cui stile influenzò profondamente la sua pittura.