Confindustria: colpiti al cuore, Ue dimostri di essere all'altezza
"Economia italiana colpita al cuore". Il Centro studi Confindustria avverte: "bisogna agire immediatamente", con interventi "massivi" in una misura che oggi "nessuno conosce", "sia su scala nazionale che europea". "Le istituzioni Ue sono all'ultima chiamata per dimostrare di essere all'altezza". "Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata", "aumento drammatico della disoccupazione", "crollo del benessere sociale".
Sarà "enorme la perdita di Pil nella prima metà del 2020" stima il centro studi di Confindustria: una "caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa". "Il Covid-19 affossa il Pil" poi una "risalita lenta": ipotizzando un "superamento della fase acuta dell'emergenza a fine maggio" conferma la stima di un -6% per il 2020. Ma "solo i prossimi mesi diranno" se in queste ipotesi c'è "realismo o eccessivo ottimismo". Per il 2021 è atteso un "parziale recupero": un rimbalzo del +3,5%.
Nel 2020 si registrerà un indebitamento del 5% del Pil e il debito salirà al 147% "per l'effetto congiunto dell'ampliamento del deficit legato all'emergenza COVID-19 e della caduta del Pil nominale (-5,2%)". Sono le previsioni del Centro studi di Confindustria che incorporano gli effetti del decreto Cura Italia per limitare i danni del Coronavirus. Nel 2021 il deficit migliorerà, rimanendo però sopra il limite del 3% (3,2%, la stima include la disattivazione delle clausole Iva) mentre il debito si assesterà al 144,3%.
"Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell'ordine di almeno lo 0,75%".
Ansa