Operazione antimafia tra Castrovillari e Cassano All'Ionio, misure cautelari per estorsione aggravata
Le accuse mosse riguardano episodi di estorsione, alcune delle quali rimaste allo stadio del tentativo, perpetrate con modalità tipicamente mafiose.

Castrovillari e Cassano All'Ionio sono state teatro di un'importante operazione di polizia condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza e dalla Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Castrovillari. L'azione, coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre indagati, accusati del reato di estorsione aggravata dalle modalità e finalità mafiose. L'operazione rappresenta un'ulteriore dimostrazione dell'impegno delle autorità nel contrastare la criminalità organizzata sul territorio calabrese.
L’operazione e l'esecuzione dei provvedimenti
L'intervento, scattato all'alba, ha visto impegnato il personale della Polizia di Stato in un'operazione complessa e ben pianificata. L'ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, si fonda su un quadro indiziario solido e articolato, ritenuto sufficiente a disporre la misura cautelare in carcere per gli indagati. Le accuse mosse riguardano episodi di estorsione, alcune delle quali rimaste allo stadio del tentativo, perpetrate con modalità tipicamente mafiose. L’azione criminale ha avuto come bersaglio titolari di esercizi commerciali e imprenditori, sottoposti a pressioni e minacce finalizzate alla riscossione di denaro.
Le indagini e il ruolo della DDA di Catanzaro
L’operazione è il risultato di un'ampia attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza, in collaborazione con la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Castrovillari. Le indagini si sono sviluppate attraverso tecniche investigative avanzate, con intercettazioni telefoniche, monitoraggio degli indagati e servizi di osservazione sul campo. Determinante è stato il contributo delle vittime, che, supportate dall’azione incisiva delle forze dell’ordine e dalla presenza dello Stato, hanno deciso di denunciare i propri aguzzini. Le dichiarazioni fornite dalle persone offese hanno permesso di consolidare il quadro probatorio e di rafforzare l’impianto accusatorio.
Gli episodi di estorsione contestati
Le attività estorsive contestate agli indagati riguardano diversi episodi avvenuti negli ultimi mesi. In particolare, le vittime, titolari di esercizi commerciali e attività imprenditoriali, erano costrette a versare somme di denaro sotto minaccia di ritorsioni violente o danni alle loro attività. La matrice mafiosa dell’azione criminale emerge chiaramente dalle modalità operative utilizzate: intimidazioni, richiami espliciti all’appartenenza a contesti malavitosi e pressioni psicologiche atte a piegare la volontà delle vittime. In alcuni casi, le richieste estorsive non sono giunte a compimento grazie alla resistenza degli imprenditori e al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. Tuttavia, il solo tentativo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, è sufficiente a configurare un reato di particolare gravità.
Il quadro giudiziario e la fase delle indagini preliminari
Il procedimento penale nei confronti dei tre indagati si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. In questo contesto, la raccolta di elementi probatori prosegue con l’obiettivo di consolidare le accuse in vista di un futuro processo. Le misure cautelari adottate mirano non solo a garantire la sicurezza delle vittime, ma anche a evitare il pericolo di reiterazione dei reati o l’inquinamento delle prove. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere conferma la gravità degli indizi raccolti e la pericolosità sociale degli indagati. L’operazione rappresenta un segnale chiaro e inequivocabile della determinazione delle istituzioni nel contrastare la criminalità organizzata. La collaborazione tra la DDA di Catanzaro, la Polizia di Stato e le vittime delle estorsioni ha permesso di ottenere un risultato significativo nella lotta alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico locale. Le forze dell’ordine hanno ribadito l’importanza della denuncia come strumento fondamentale per spezzare il circuito di paura e omertà che spesso caratterizza i contesti dominati dalla criminalità organizzata. La protezione delle vittime e il supporto offerto alle persone offese giocano un ruolo centrale nella strategia di contrasto alle mafie. Le attività investigative proseguiranno per approfondire eventuali ulteriori responsabilità e individuare eventuali complici degli indagati. L’attenzione della magistratura e delle forze di polizia rimane alta, con l’obiettivo di prevenire e reprimere qualsiasi tentativo di condizionamento criminale dell’economia locale. L'operazione odierna si inserisce in un quadro più ampio di azioni mirate a smantellare le strutture criminali che operano nel territorio calabrese, restituendo fiducia alla cittadinanza e riaffermando la supremazia dello Stato di diritto. L’impegno delle istituzioni nel contrasto alle mafie continua con determinazione, nella consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata richiede costanza, coordinamento e una risposta ferma e decisa da parte di tutte le forze in campo. La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine si conferma, ancora una volta, un elemento imprescindibile per il raggiungimento di risultati concreti nella battaglia per la legalità.
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