Editoriale | Covid19, Ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno, in prima linea nella lotta con la sieroterapia
L'Ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno ancora una volta è in prima linea nella ricerca scientifica e nella sperimentazione: il Covid-19 potrebbe essere vinto con la sieroterapia utilizzando, cioè, il plasma dei soggetti guariti. E' in corso la sperimentazione di una terapia anti Covid-19 nata dallo studio su pazienti che dopo essersi infettati hanno sviluppato gli anticorpi al virus ed i malati potrebbero guarire utilizzando il sangue con gli anticorpi dei pazienti che lo hanno superato. La ricerca è condotta presso l'Ospedale Ruggi d'Aragona dal noto virologo Giulio Tarro che spiega: “Gli anticorpi si trovano già nei soggetti guariti e si possono utilizzare per curare i soggetti affetti da una forma grave di malattia. Secondo lavori scientifici già pubblicati, bastano 200 ml di plasma del soggetto guarito per neutralizzare il virus in 48 ore. Una specie di trasfusione, ma legata soltanto al plasma: con il sangue dei guariti si curano i malati. In alcuni ospedali ciò avviene già, come a Mantova, Pavia e Salerno. E presto anche a Pisa”. Riserbo scientifico copre ancora informazioni più approfondite fino a quanto i risultati non saranno definitivi, ma al momento sembrano molto incoraggianti. La sperimentazione oggi è sui soggetti già infettati e si sta rivolgendo anche verso la prevenzione. Il Ruggi d'Aragona è stato sempre in prima linea nella ricerca scientifica sulla scia della grande tradizione della Scuola Medica Salernitana del IX sec., prima e più importante istituzione medica d'Europa. La "Città d'Ippocrate" rievoca il contributo decisivo del "Padre della medicina" nella sconfitta della Peste di Atene nel 429 a.C. e che oggi sembra dare un contributo decisivo nella lotta alla nuova pandemia. L'Ospedale fondato nel 1873 dal Marchese Giovanni Ruggi d'Aragona è uno dei più grandi d'Europa con i plessi di Salerno e Pontecagnano, Ravello, Cava dei Tirreni, Mercato Sanseverino, a servizio della Provincia più vasta d'Italia con 158 Comuni, con circa 10.000 fruitori al giorno, 3.000 dipendenti e 1.000 posti letto. All'Ospedale Ruggi d'Aragona è in corso un'altra importante ricerca scientifca sul gene della longevità. E' in fase di sperimentazione il LAV "longevity associated variant", variante del gene che codifica la proteina BPIFB. Questa ha la capacità di prevenire le malattie cardiovascolari con il ringiovanimento dei vasi sanguigni che prevale nelle persone longeve ultracentenarie. L'inserimento del "gene dei centenari" negli animali ha già procurato loro il ringiovanimento del sistema cardiocircolatorio stesso effetto anche in laboratorio ed è ora in corso studio sui pazienti. La sperimentazione è condotta dal Dr. Carmine Vecchione direttore di Cardiologia dell'Ospedale Ruggi d'Aragona offrendo anche a chi non le possiede le caratteristiche genetiche di longevità integrate. L'Ospedale Ruggi d'Aragona è dotato di numerosi dipinti antichi ricchi di colore, armonia e bellezza, seguendo un approccio olistico dell’arte nelle corsie come l’insieme delle strategie e trattamenti terapeutici, che incidono positivamente, sulla base di processi neurosensoriali, cognitivi, emotivi ed empatici, non solo sul decorso clinico dei pazienti ma anche sostegno per i familiari ed il personale ospedaliero riducendone l’ansia e lo stress da prestazione (burnout). Tutto ciò confermato dalle neuroscienze come collegamento tra percezione e omeostasi neurofisiologica nei luoghi di sofferenza e di recupero. In parallelo a Salerno anche a Cosenza, all'Ospedale Civile dell’Annunziata l'8 luglio 2016 è stato sottoscritto accordo di collaborazione tra l'allora Direttore Generale Achille Gentile e Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona sull’arte-terapia come l’insieme delle strategie e trattamenti terapeutici. Nell'ottobre 2013 si è tenuto a Salerno un importante convegno "Medicina e Arte" presso l’Ordine dei Medici ed Odontoiatri che conferma la posizione il Sud di prima linea e di eccellenza nel mondo scientifico