A Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, si è aperto un nuovo capitolo istituzionale che ha dell'insolito. Al centro dell’attenzione c’è una vicenda che mescola burocrazia, calcoli discutibili e uno stile gestionale che potremmo definire… originale. Il Comune, a fronte di alcune morosità nei confronti di una ditta che si è occupata di manutenzione e riparazione nell'ambito della pubblica Illuminazione, ha deciso di spendere il proprio budget (più spese processuali e marche da bollo) per un incarico legale che ha un solo obiettivo: non pagare una fattura che, originariamente, montava “solo” a 3.500 euro. Da qui, sorge spontanea una domanda: perché scegliere la strada facile, quando si può optare per quella più complicata e costosa?

La storia del debito (e delle scelte discutibili)

Tutto ha inizio nella stagione invernale del 2016, quando un guasto all’impianto elettrico del cimitero ha reso necessario un intervento urgente. La ditta è intervenuta, ha sistemato il problema e ha regolarmente emesso fattura per 3.500 euro, prontamente acquisita dal Comune. Fin qui, tutto nella norma. Ma poi, come in ogni buona commedia, ecco il colpo di scena: il Comune pare non abbia deciso di non pagare. Passano gli anni, e la fattura resta lì, come un fantasma che si aggira nei corridoi dell’amministrazione. Il Comune ora rischia il pignoramento a seguito della denuncia da parte della ditta specializzata e la giunta si è riunita in fretta e furia per correre ai ripari chiamando i legali. E non è tutto: sempre alla stessa ditta, infatti, si aggiungerebbero altre morosità più cospicue per un ammontare totale di oltre i 10mila euro.

Soluzioni fantasiose (e costose)

Di fronte alla possibilità di saldare il debito – soluzione che avrebbe risolto il problema senza clamore e in modo indolore – il Comune opta per un’altra strada: assegnare un incarico legale, più spese accessorie, per gestire la questione. Un piano geniale, se l’obiettivo fosse stato quello di spendere più soldi di quelli dovuti.

La matematica non è un’opinione, o forse sì

Il ragionamento dietro questa scelta sembra sfuggire alla logica comune. Se l’intenzione era risparmiare, è chiaro che qualcosa è andato storto. E mentre i cittadini si chiedono se questa sia una strategia per “stimolare” l’economia locale – magari a favore degli avvocati – resta il dubbio su cosa sia passato per la mente dell’amministrazione.

Intanto, la questione si conferma un laboratorio di decisioni surreali. Chissà quale sarà la prossima trovata. Magari spendere 10.000 euro per non pagare una multa da 50? In ogni caso, l’ironia non manca, ma i conti – quelli veri – continuano a non tornare.