La riforma dell'Organizzazione Comune dei Mercati (OCM), attualmente in discussione, rappresenta un'opportunità concreta per garantire maggiore stabilità economica agli agricoltori e contrastare le pratiche commerciali sleali che da anni minano la sostenibilità del settore.

Negli ultimi anni, le aziende agricole hanno dovuto affrontare un aumento dei costi di produzione e una competizione sempre più feroce, soprattutto a causa delle dinamiche imposte dalle grandi catene di distribuzione. Il risultato? Prezzi schiacciati al ribasso, margini di guadagno ridotti all’osso e un settore che fatica a rimanere competitivo.

A lanciare l’allarme e a sollecitare un intervento immediato è Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC), che ha ribadito con forza la necessità di accelerare sul processo di approvazione della riforma OCM, affinché possa essere applicata in tutti gli Stati membri e garantire finalmente una protezione efficace ai produttori.

Un freno allo strapotere delle multinazionali

Uno dei problemi principali che colpiscono gli agricoltori europei è il dominio dei gruppi d’acquisto transnazionali, ovvero quelle grandi realtà della distribuzione organizzata che riescono a imporre condizioni economiche sfavorevoli ai piccoli e medi produttori.

"Lo strapotere contrattuale dei gruppi d’acquisto transnazionali continua a creare una pressione al ribasso a spese delle PMI agricole" – ha dichiarato Santoianni. Le grandi aziende della distribuzione possono infatti imporre prezzi bassissimi ai fornitori, lasciando agli agricoltori margini di guadagno insufficienti per coprire i costi di produzione.

La riforma OCM si propone di porre un freno a queste pratiche, introducendo misure di tutela per i produttori e garantendo loro condizioni più eque sul mercato.

Cosa prevede la riforma OCM?

Il nuovo regolamento punta a introdurre alcune misure chiave per riequilibrare il mercato e offrire maggiori garanzie agli agricoltori. Tra le novità più importanti troviamo:

L’obbligo di contratti scritti: una garanzia fondamentale per evitare la svalutazione dei prodotti agricoli e stabilire accordi chiari e trasparenti tra produttori e distributori. Troppe volte gli agricoltori si sono trovati a dover accettare condizioni sfavorevoli imposte dalle grandi catene di distribuzione. Con questa nuova norma, ogni transazione sarà regolata da un contratto scritto, che garantirà una maggiore sicurezza economica ai produttori.

Maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi: verranno introdotti nuovi indicatori per monitorare i cambiamenti nei costi di produzione e nelle condizioni di mercato. Questo aiuterà a evitare oscillazioni di prezzo ingiustificate e a garantire un compenso adeguato agli agricoltori.

Misure specifiche per il settore vitivinicolo: un comparto strategico per l’Italia e per l’Europa, che negli ultimi anni è stato messo a dura prova da politiche poco favorevoli e da una comunicazione spesso fuorviante, come dimostrato dal recente documento UE sul piano Beating Cancer, che equipara il vino a prodotti nocivi per la salute.

Stop alle vendite sottocosto: una battaglia per la dignità degli agricoltori

Un altro problema che la riforma OCM vuole affrontare è quello delle vendite sottocosto, una pratica commerciale che sta mettendo in ginocchio tantissimi produttori.

Le grandi catene di distribuzione spesso impongono prezzi di vendita così bassi da costringere gli agricoltori a vendere i propri prodotti a cifre inferiori al costo di produzione. Questo fenomeno è particolarmente grave nei periodi di crisi del mercato, quando i prezzi dei prodotti agricoli crollano e gli agricoltori si trovano senza tutele adeguate.

Santoianni ha sottolineato che una regolamentazione efficace non può prescindere da un’applicazione uniforme in tutti gli Stati membri. Solo con regole chiare e valide in tutta Europa sarà possibile proteggere davvero gli agricoltori e garantire loro un reddito equo.

Il futuro del settore vitivinicolo: tra sostegno e polemiche

Uno dei comparti più colpiti dalle recenti politiche europee è senza dubbio quello del vino. Se da un lato la riforma OCM prevede un pacchetto di misure specifiche per sostenere la viticoltura, dall’altro il settore è stato al centro di una controversia a causa delle nuove direttive europee sulla lotta al cancro.

Il piano Beating Cancer dell’UE ha sollevato forti critiche tra gli operatori del settore, perché equipara il vino ad altre sostanze dannose per la salute, ignorando completamente il suo ruolo culturale, economico e sociale. La proposta di introdurre etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino è stata duramente contestata dalle associazioni di categoria, che chiedono una comunicazione più equilibrata e basata su evidenze scientifiche.

Verso un’Europa più giusta per gli agricoltori

La riforma OCM rappresenta solo il primo passo di un percorso che deve portare a una politica agricola più equa e sostenibile, capace di tutelare chi lavora la terra e garantire un futuro stabile alle aziende agricole europee.

L’Associazione Italiana Coltivatori continuerà a sollecitare il Parlamento Europeo affinché la riforma venga approvata e applicata con urgenza, offrendo agli agricoltori strumenti concreti per difendere il proprio lavoro e il proprio reddito. La speranza è che, con queste nuove regole, l’Europa possa finalmente garantire un equilibrio tra mercato e tutela della produzione agricola, riconoscendo il valore di chi, ogni giorno, si impegna per portare sulle nostre tavole prodotti sani e di qualità.