Sequestro di capannone e rifiuti a Lamezia Terme: due denunciati per attività illecita
I carabinieri forestali smantellano un’autodemolizione abusiva e scoprono un furto di energia elettrica, con un danno economico di 16.000 euro

Sequestro di capannone e rifiuti a Lamezia Terme
I carabinieri forestali hanno sequestrato un capannone industriale a Lamezia Terme, utilizzato abusivamente per un’attività di autodemolizione non autorizzata. Il sequestro ha coinvolto anche un’area adiacente di circa 6.000 metri quadrati, dove erano stoccati ingenti quantitativi di rifiuti meccanici. La superficie all'aperto, di proprietà comunale, era occupata senza alcun titolo legittimo e risultava essere tutelata da vincoli paesaggistici e idrogeologici. L'occupazione abusiva del suolo pubblico e la gestione non conforme dei rifiuti hanno attirato l'attenzione delle autorità locali, che hanno avviato un’operazione di controllo per fermare l’attività illecita.

Sequestro di capannone e rifiuti a Lamezia Terme
Denuncia per gestione illecita di rifiuti e altri reati
Due persone, un padre e suo figlio, quest'ultimo titolare di un’attività di servizio stradale, sono state denunciate per vari reati, tra cui la gestione illecita di rifiuti, il furto di energia elettrica e l'occupazione abusiva di suolo pubblico in un’area sottoposta a vincolo. L'operazione è stata condotta dai carabinieri forestali, sotto il coordinamento del Nucleo Investigativo del Gruppo forestale di Catanzaro. L'indagine si è concentrata sulla corretta gestione dei pezzi di ricambio e delle parti meccaniche per veicoli a motore, settore in cui sono emerse gravi irregolarità.
Rifiuti meccanici e attività illecite
Nel corso del controllo, sono stati rinvenuti diversi tipi di rifiuti meccanici, tra cui motori contenenti oli esausti, carcasse di veicoli fuori uso, pneumatici usati, materiale plastico e legnoso. Tutti questi materiali erano stati depositati direttamente sul terreno e lasciati esposti alle intemperie, violando le normative ambientali. Inoltre, l’attività di autodemolizione veniva svolta senza le necessarie autorizzazioni ambientali. Le indagini successive hanno rivelato che l’intera operazione era alimentata da un allacciamento abusivo alla rete elettrica pubblica, tramite un sistema di congegni fraudolenti, che permetteva l’utilizzo illecito di energia elettrica, non solo per l’attività illecita, ma anche per un’abitazione adiacente. L’elettricità sottratta è stata stimata in un valore di circa 16.000 euro. Il sequestro dell’area e delle attrezzature utilizzate per compiere tali reati rappresenta un intervento importante delle forze dell'ordine nella lotta contro l'illegalità e il degrado ambientale.