Il Movimento Farm-to-Table in Calabria: tra potenzialità e ritardi.
Il movimento "farm-to-table" (dalla fattoria alla tavola) Nato per promuovere il consumo di prodotti locali e sostenibili.
GUSTO RIBELLE
Il movimento "farm-to-table" (dalla fattoria alla tavola) nato per promuovere il consumo di prodotti locali e sostenibili, rappresenta una tendenza globale che potrebbe valorizzare profondamente il territorio calabrese. Tuttavia, nonostante la Calabria disponga di tutte le risorse naturali, culturali e gastronomiche per eccellere in questo campo, il suo sviluppo in questa direzione appare ancora frammentario e limitato. La regione vanta un patrimonio agricolo e gastronomico invidiabile, fatto di piccoli produttori, biodiversità unica e tradizioni radicate. Tuttavia, la transizione verso un modello strutturato di "farm-to-table" è ostacolata da diverse criticità. La mancanza di infrastrutture adeguate, il limitato supporto istituzionale e l’assenza di una rete organizzata tra produttori e ristoratori frenano il pieno sviluppo di questa pratica. A ciò si aggiunge una scarsa consapevolezza da parte dei consumatori sull’importanza di una filiera corta e sostenibile.
Esistono esempi virtuosi, come le esperienze culinarie nelle campagne intorno a Tropea, dove si offrono tour agricoli con raccolta diretta, corsi di cucina e cene all’aperto a base di prodotti freschi. Iniziative come questa dimostrano come il "farm-to-table" possa diventare un’attrazione non solo per i residenti, ma anche per il crescente flusso turistico interessato al turismo esperienziale. Allo stesso modo, progetti come la Demo Farm di Castrovillari, dedicata alla coltivazione sostenibile delle nocciole, evidenziano il potenziale del territorio per integrare innovazione, agricoltura e sostenibilità.
Tuttavia, questi esempi restano isolati e spesso confinati a iniziative private o locali.
La loro replicabilità su scala regionale richiederebbe un piano più organico e ambizioso. Innanzitutto, è necessario che le istituzioni locali riconoscano il valore strategico del "farm-to-table" come leva per lo sviluppo economico, ambientale e culturale della Calabria. Ciò potrebbe tradursi in incentivi per i piccoli agricoltori, formazione specifica sulle tecniche di coltivazione sostenibile e sulla gestione delle attività agrituristiche, oltre alla creazione di reti tra produttori, ristoratori e consumatori. Un altro aspetto fondamentale è la comunicazione. Molti progetti, pur virtuosi, non riescono a ottenere la visibilità necessaria per attrarre turisti e consumatori consapevoli. Una strategia di marketing territoriale ben pianificata, che metta in luce la qualità dei prodotti locali e il valore aggiunto della sostenibilità, potrebbe aumentare la domanda e stimolare nuove iniziative.
Il "farm-to-table" rappresenta per la Calabria un’opportunità ancora largamente inespressa.
La regione ha le risorse per diventare un modello di sostenibilità e autenticità, ma ciò richiede uno sforzo concertato per superare gli ostacoli esistenti. Gli esempi già presenti devono essere valorizzati e resi replicabili, non solo per il loro impatto economico, ma anche per il loro contributo a una maggiore consapevolezza ambientale e culturale. Solo così la Calabria potrà trasformare il "farm-to-table" da pratica di nicchia a pilastro del suo sviluppo futuro.