Raffaele Papa (IDM): "Non chiamatela politica. Si fa politica con continuità e presenza"

In alcuni periodi, si è più sensibili e disponibili a trattare argomenti che riguardano la collettività, problematiche che spesso consideriamo solo se ci toccano da vicino, come dissesto idrologico, trasporti, sanità, pulizia, tasse, tributi locali, decoro, disoccupazione, lavoro, sicurezza e via dicendo.
Queste attenzioni quasi sempre coincidono con gli appuntamenti elettorali, siano essi locali, regionali o nazionali e diventano occasioni propizie per sviluppare argomentazioni e confronti e anche sollecitare interventi concreti.
Proprio in tali circostanze bisogna però affermare che non si fa politica una tantum, come per partecipare ad una corsa, una gara al fine di coprire una postazione, specie nelle competizioni locali.
Politica, ad ogni livello, non è un concorso a premio, un biglietto alla lotteria dove si tenta per vedere cosa succede; non si fa per caso, né ci si lascia andare a tentativi ed azzardi, proprio perché sono in ballo vita e futuro di uomini, donne, lavoratori, giovani, anziani e territori.
Si fa politica con continuità e presenza, anche se non per mestiere, perché ogni giorno vi sono problemi da risolvere, esigenze da affrontare, idee da sviluppare, progetti da realizzare, specialmente se si ricoprono responsabilità politiche e istituzionali.
È chiaro che se non si ha tempo, non si assumono impegni, né attuali né futuri, soprattutto se incompatibili con la propria disponibilità. Sorprendono quelli che vivono la propria vita lontani da ogni forma di collaborazione e contributi alla vita pubblica, ma in queste occasioni, li vedi pronti a fare di tutto, ad impegnarsi, a brigare, pur di raggiungere una postazione. Chissà perché.
Infatti c’è chi è disposto ad ogni compromesso, a “giocarsi la vita” come si suol dire, ad elemosinare, a raccomandare, a promettere anche l’improbabile pur di ottenere l’agognato ed ossessivo fine.
E tutto questo, secondo voi, solo per servire? Questo spirito benevolo di fare e darsi a tutti, scoppiato d’incanto, sarà la classica folgorazione sulla via di Damasco? Oppure è l’improvvisa ed incontenibile passione per la politica che non si riesce più a trattenere?
Credo niente di ciò, anche perché quando manca serenità, tranquillità, trasparenza e si è presi dalla ossessione, tutto induce ed autorizza a pensare ad altro. Certamente anche in politica c'è sempre un inizio, ed è vero e che ben venga, perché è giusto e auspicabile che chiunque possa interessarsi di questioni generali e pubbliche e non solo personali, del resto fa parte del vivere in società. In questi casi è sperabile che chi comincia dimostri nei fatti la volontà, la voglia di fare e anche di imparare, senza atteggiamenti di presunzione, auto esaltazione o goliardia, magari chiedendo anche aiuto e consigli, consapevole del gravoso compito cui va incontro. Troppe volte però, non si pensa che anche in politica c'è da apprendere, l’incompetenza a volte dettata da superficialità e presunzione, con il tempo e alla prova dei fatti, la pagano tutti, in particolare ai nostri giorni dove amministrare un territorio, un ente, è diventato assai complesso e difficoltoso. Spesso, di buoni propositi, ne sono lastricate le nostre strade e piazze abbandonate e deserte, che hanno visto frantumarsi contro il muro della realtà, ogni illusoria e personalistica visione che oltre ad ingannare se stessi ha purtroppo raggirato tanti altri.
Ogni carica elettiva e pubblica, di gestione o di controllo, di programmazione e di proposta, ha i suoi onori ma anche oneri, e dall'adempiere a questi che si dimostra il voler fare e bene.
Chi pur essendone titolare non si adopera, non ha scuse, né può rimandare a quando ne avrà altre e più importanti, perché questo è la classica cartina di tornasole che spiega, più di ogni altra parola, che si aspira alla carica, più che a fare il bene della collettività da rappresentare. Se puoi fare, fai oggi, diversamente non farai nemmeno domani. Del resto in politica come in ogni altro aspetto della vita , si può migliorare ma si può anche peggiorare o sprofondare negli abissi e l’improvvisazione ne è quasi sempre la causa.
Ma per tanti è tutto normale, così è stato e così sarà, siamo in democrazia ed ognuno può fare quel che crede se non lede gli altri e specialmente se ha il consenso. Sarà pure così, ma questa non chiamatela politica, è solo un modo per occupare uno scranno a uso e consumo personale e di pochi altri...e questi scranni a volte fanno disastri.