case popolari acquappesa

Un blitz che mette in luce criticità profonde

Il blitz dei carabinieri del 3 dicembre 2024 nelle case popolari di Acquappesa ha rivelato una situazione di grave irregolarità, con alloggi occupati abusivamente, destinazioni d’uso improprie e strutture fatiscenti. Tuttavia, nonostante le denunce e i sequestri, l’intervento per ristabilire la legalità appare incompleto e privo di un seguito concreto da parte delle istituzioni, tranne per il riscatto di alcune delle abitazioni coinvolte. Inoltre in una delle case era stato realizzato uno sgabuzzino abusivo, ed è stata rivenuta anche della marijuana. 

Una realtà complessa e irregolare

Le case popolari, la cui ristrutturazione è stata successivamente bloccata e dove sarebbero dovute essere abbattute le tettoie,  di proprietà dell’ATERP, sono distribuite in tre aree principali: via del Bergamotto a Intavolata, via Cristoforo Colombo ad Acquappesa Marina e il Villaggio Intavolata, costruito negli anni ’60 per gli sfollati del raddoppio ferroviario della costa tirrenica. Alcune di queste abitazioni risulterebbe essere state riscattate. I controlli hanno portato alla luce casi emblematici, come un alloggio assegnato al boss Franco Muto, ora abitato dai suoi familiari, e case di proprietà di persone benestanti usate come residenze estive. Altre strutture sono risultate vuote o utilizzate in modo improprio.

Case pericolanti e ordinanze dimenticate

Alcuni degli alloggi erano stati dichiarati pericolanti anni fa, con ordinanze di sgombero mai eseguite. I danni strutturali, legati alla costruzione del doppio binario ferroviario, hanno trasformato queste case in trappole per i residenti, mentre le istituzioni hanno ignorato i problemi. L’ATERP, pur essendo la proprietaria, sembra aver lasciato cadere ogni intervento necessario.

Criticità amministrative e immobilismo

Nonostante la gravità delle irregolarità, l’amministrazione comunale non ha intrapreso azioni significative per ripristinare la legalità. Le uniche misure adottate, come la demolizione di una tettoia abusiva e una multa per una legnaia, appaiono marginali rispetto all’ampiezza dei problemi. L’inerzia delle istituzioni danneggia i cittadini più fragili e alimenta un sistema ingiusto.

L’urgenza di un intervento risolutivo

La situazione richiede azioni immediate: liberare gli alloggi abusivamente occupati, avviare gli sgomberi delle strutture pericolanti e assegnare le case a chi ne ha effettivo diritto. Senza interventi concreti, il blitz rischia di rimanere un’occasione sprecata per riportare dignità e ordine in un sistema profondamente compromesso.

 

Blitz nelle case popolari di Acquappesa