Una giornata che si dipinge col sangue delle vittime morte a causa di un flagello che distrugge l’Italia: il 21 Marzo è la data riservata alla memoria di defunti per mano della mafia. Una ricorrenza che celebra la sua 27esima edizione, divenendo però legge di stato nel 2017.

E’ stato il dolore di due mamme per la perdita dei propri figli a spingere fortemente sull’istituzione di questa giornata: la madre di Roberto Antiochia, poliziotto morto al fianco del commissario Antonio “Ninni” Carrarà nel 1985 a Palermo, e la madre di Antonio Montinaro, ucciso a Capaci insieme ai giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo insieme ai due colleghi, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

L’obbiettivo delle due madri è stato quello di porre all’attenzione il ricordo di tutti i caduti morti uccisi dalle mafie, e non solo “i più celebri”.

Secondo quanto si racconta, infatti, mentre si celebrava la commemorazione del primo anniversario della strage di Capaci, la madre di Antonino Montinaro, morto nell’attentato, si avvicinò a Don Ciotti per chiedere perché il figlio non venisse mai nominato. In quella domanda era racchiuso tutto il dolore di una donna che chiedeva, almeno, il rispetto e la dignità di ricordare il motivo per cui il figlio non era più vivo.

In collaborazione con l’associazione “Libera”, si è ottenuto il riconoscimento formale di questa giornata da parte delle istituzioni italiane, nella speranza che si possa far luce sulla gravità di questo fenomeno criminale che ha messo in ginocchio lo Stato italiano e, soprattutto, le famiglie di queste giovani vittime.