Non solo gas e petrolio: il conflitto Russia-Ucraina ha fatto balzare alle stelle anche il prezzo del grano e del mais. Già dai primi giorni dall’attacco, si è assistiti ad un aumento del 5,7%, secondo l’estimazione della Borsa di Chicago, punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, raggiungendo il valore massimo dal 2013.

Ucraina e Russia, infatti detengono primati mondiali per ciò che riguarda l’esportazione delle materie prime di grano, mais e soia. Secondo i dati forniti dalla Coldiretti, la Russia si collocherebbe come principale esportatore di grano, mentre l’Ucraina al terzo posto, con una produzione di 25 milioni di tonnellate di grano tenero (pane).

Secondo i dati riportati da Assoutenti, il prezzo del grano graverà in maniera conseguenziale anche su pasta e pane. A parlare sono i dati: il costo della pasta potrebbe subire un aumento del 30% in più rispetto al 2021, discorso similare per il pane, con un possibile aumento del 10%

In questo scenario, l’Italia, Paese deficitario come Egitto ed altri Paesi del Nord-Africa, importerebbe il 64% del fabbisogno di grano, stimando un totale di 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia. Questo perché, si è preferito acquistare in modo speculativo sul mercato mondiale anziché sfruttare i contratti di filiera e garantirsi gli approvvigionamenti dei prodotti italiani, secondo un’analisi della Coldiretti.