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Influenza
Influenza

Da giorni, l'influenza si sta diffondendo in modo allarmante nel Cosentino, tracciando un quadro di crescente emergenza sanitaria. Le statistiche si riempiono di dati: nomi, cognomi, date di nascita, città, accessi ospedalieri. Un’epidemia in crescita esponenziale che si presenta con sintomi chiari come febbre alta e disturbi gastro-intestinali, colpendo indistintamente bambini, anziani e adulti. Gli esperti avvertono che il picco epidemico è ancora lontano, lasciando presagire settimane difficili per la popolazione e il sistema sanitario.

Ospedali sotto assedio

Ogni anno è così: con l’aumento dei casi di influenza, i servizi assistenziali finiscono sotto pressione. Gli ospedali, privi di filtri territoriali efficaci, diventano l’unico punto di riferimento per i cittadini. Case di comunità e ospedali di prossimità rimangono progetti irrealizzati, mentre i medici di famiglia e di continuità assistenziale operano con difficoltà. Questo porta inevitabilmente all’assalto dei Pronto soccorso, trasformati in frontiere del conflitto sanitario. All’ospedale "Annunziata" di Cosenza, il reparto d'accoglienza è sottoposto a una pressione enorme. Più di mille persone hanno varcato la porta del Pronto soccorso dall'inizio dell'anno, molti per sintomi lievi che avrebbero potuto essere gestiti a casa. Questo sovraccarico rischia di compromettere la capacità del reparto di gestire i casi più gravi, mentre il personale sanitario lotta con dedizione per mantenere il servizio operativo.

La paura e gli accessi impropri

La paura spinge molte persone a correre in ospedale anche per sintomi di lieve entità. Una linea di febbre o un semplice raffreddore diventano motivo di preoccupazione, generando un flusso continuo di pazienti. Gli accessi impropri, per i quali basterebbero rimedi semplici come un’aspirina o uno sciroppo, sovraccaricano il sistema. Questo fenomeno è particolarmente visibile nel reparto emergenza-urgenza, già debilitato da anni di carenze strutturali e organiche.

La situazione negli Spoke

Anche negli ospedali Spoke del Cosentino la situazione è critica. I contagi sono in aumento, con una prevalenza di anziani e bambini tra i pazienti più vulnerabili. Diversi casi gravi richiedono ricoveri prolungati, aggravando ulteriormente la disponibilità di posti letto e risorse. Gli ospedali territoriali, spesso considerati un’alternativa all’hub centrale, si trovano in difficoltà simili, riflettendo le stesse problematiche di carenze e sovraccarico.

Una necessità di riforma

L'epidemia influenzale di quest'anno mette in evidenza ancora una volta la necessità di una riforma del sistema sanitario territoriale. Filtri più efficienti, come ambulatori dedicati e un rafforzamento della medicina territoriale, potrebbero ridurre il peso sugli ospedali. Inoltre, è fondamentale accelerare la realizzazione delle case di comunità, previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per garantire un supporto diffuso e accessibile alla popolazione. L’influenza, quest’anno più che mai, si è trasformata in una prova di forza per il sistema sanitario del Cosentino. L’impegno del personale medico è encomiabile, ma non sufficiente a fronteggiare un’emergenza che richiede risposte strutturali. Investire nella prevenzione, rafforzare il territorio e sensibilizzare i cittadini sull’uso appropriato dei servizi sanitari sono passi fondamentali per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.