Inaugurata a Corigliano-Rossano mostra su Rosario Livatino
Trentacinque pannelli sulla vita del magistrato siciliano ucciso
A Corigliano-Rossano è stata inaugurata una mostra dedicata alla vita di Rosario Livatino, il magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021.
Rosario Livatino è stato ucciso il 21 settembre 1990 mentre si recava al lavoro in auto, lungo una strada provinciale nei pressi di Agrigento. Il suo omicidio è stato un atto di ritorsione da parte della mafia, che lo considerava una minaccia per il suo impegno nella lotta al crimine organizzato.
Livatino fu raggiunto da diversi colpi di pistola, mentre si trovava alla guida della sua auto, ed è stato assassinato a soli 38 anni. La sua morte scosse profondamente l’opinione pubblica italiana, rappresentando un ulteriore sacrificio nella lotta alla mafia.
La cerimonia di apertura si è svolta nell’aula magna del polo liceale di Corigliano-Rossano, situata nell'area urbana di Rossano.
L'iniziativa
L'iniziativa è stata promossa dall'Ufficio diocesano scuola dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati e ha visto la partecipazione dell'arcivescovo monsignor Maurizio Aloise, del direttore dell’Ufficio diocesano scuola Mirella Pacifico, del dirigente del Polo liceale di Rossano Alfonso Perna, del referente della mostra in Calabria Antonio Mazza e della presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Castrovillari, Nicoletta Bauleo.
La mostra
La mostra, che rimarrà aperta fino al 22 novembre, è organizzata in quattro sezioni e include pannelli con testi, immagini, video e un audio che ricorda l’agguato che costò la vita a Livatino. Complessivamente sono esposti 35 pannelli, curati dagli studenti della quinta C del liceo classico "San Nilo" di Rossano, che raccontano la vita, il martirio e la beatificazione del giudice.
Durante l'inaugurazione, monsignor Aloise ha sottolineato che Rosario Livatino non solo era un eccellente cittadino, ma anche un cristiano esemplare, affermando che queste due qualità devono sempre andare di pari passo, poiché non ha senso essere "perfetti cristiani" e, allo stesso tempo, "cattivi cittadini".