La Cassazione non ha dubbi circa "l'inquadramento stabile" di Rocco Dominello nella 'ndrangheta "al fianco del padre". Per questo ha confermato la parte della sentenza della Corte d'appello di Torino che condanna per associazione mafiosa il giovane "ritenuto protagonista dell'affare riguardante i biglietti della Juventus" emerso nell'inchiesta "Alto Piemonte" della Direzione distrettuale antimafia.

  Lo si legge nelle motivazioni della sentenza della Suprema Corte pronunciata il 18 aprile scorso. Dominello era stato condannato dalla Corte d'appello di Torino a 5 anni di reclusione e suo padre Saverio, affiliato alla cosca Pesce, a 8 anni e 8 mesi, ma le pene dovranno essere ricalcolate perché i giudici hanno ordinato un nuovo processo per l'accusa di tentato omicidio.

  Secondo la Cassazione è corretta la lettura che il Tribunale di Torino e poi la Corte d'appello hanno dato alla vicenda della concessione di biglietti dal club bianconero a Rocco Dominello. "Sta di fatto che la Corte ha tutt'altro che arbitrariamente fatto propria l'analisi del primo giudice, che ha ampiamente corroborato l'assunto che l'affare dei biglietti, destinati al bagarinaggio in funzione di cospicui introiti, fosse di primario interesse per la 'ndrangheta", si legge nelle motivazioni della Suprema Corte.