Reggio Calabria: operazione “Le Malade Imaginaire”. Smascherato un insegnante assenteista
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di un uomo reggino (P.B., cl ’83), insegnante in Istituto di Istruzione Superiore del nord Italia, accusato dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni e certificazioni. Nello specifico, l’uomo era stato assunto come docente presso un Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo (VI) con un contratto a tempo determinato relativamente al periodo compreso tra ottobre 2018 e giugno 2019, ma di fatto, in nessuno dei giorni ricompresi in tale arco temporale, l’insegnante era stato presente in servizio. Egli, infatti, aveva giustificato le sue ininterrotte assenze facendo pervenire all’Istituto scolastico svariati certificati medici falsi attestanti la sussistenza di una patologia grave a tal punto da richiedere il necessario ricorso ad un’apposita terapia salvavita. Puntualmente, tali certificati, in ordine di successione cronologica della relativa presentazione, coprivano l’intero periodo lavorativo. In altre parole, l’uomo si assentava dal servizio per tutto il consistente periodo di tempo ricompreso tra ottobre 2018 e giugno 2019, pur continuando a percepire, nel frattempo, i compensi stipendiali previsti per l’incarico ricoperto dallo stesso. I finanzieri, alla luce dell’evidente anomalia di tale situazione, procedevano quindi con l’esecuzione di specifiche acquisizioni documentali e con il conseguente avvio di peculiari accertamenti e mirati riscontri, che consentivano di appurare la falsità del certificato medico “madre”, apparentemente rilasciato da un noto ospedale di Reggio Calabria, che attestava la presunta grave patologia del soggetto. Sulla base di tale apparente quadro clinico “compromesso”, poi, il medico curante dell’insegnante provvedeva a produrre e a trasmettere telematicamente all’Istituto Scolastico vicentino tutti i successivi certificati medici attestanti la necessità di terapie salvavita. In questo modo, dunque, sfruttando il proprio medico curante, dopo avergli presentato documentazione sanitaria falsa attestante una patologia grave, solo in apparenza sofferta, il “furbetto” truffava di continuo il proprio datore di lavoro, riuscendo così a percepire fraudolentemente indebite somme a titolo di compensi stipendiali.