Covid19, cosa sappiamo della nuova variante XE
COVID19 - Sarebbe la combinazione tra omicron (BA.1) e omicron 2: la variante XE è stata scoperta a gennaio 2022 nel Regno Unito e sembrerebbe star prendendo piede in Europa, senza destare però troppa preoccupazione.
Attualmente non conta numerosi casi – circa 637 contagiati fino a fine marzo – ma potrebbe presentarsi un aumento della curva a causa della alta trasmissibilità caratteristica della XE, più contagiosa del 10% rispetto alle precedenti.
Il numero esiguo di contagiati, infatti, non può delineare un profilo dei sintomi tipici della XE. Per adesso si può distinguere solo una percentuale di quelli presenti anche nelle altre varianti: naso che cola (83%), affaticamento (71%), mal di gola (69%), mal di testa (69%) e starnuti (68%).
Per adesso, sembrerebbe non destare particolari preoccupazioni, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, come succede, invece, con “delta” e “omicron”, essendo XE una combinazione e una mutazione di omicron.
Esso è un fenomeno che avviene abitualmente per l’influenza”. “Mutazioni e ricombinazioni avvengono in continuazione per tutti i virus e molti altri microrganismi” ha spiegato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, considerando la variante XE ““non più aggressiva, più mortale, più patogenetica”