La nascita della criminalità organizzata a Catanzaro e Lamezia Terme: storia, radici e sviluppo
Questo territorio, pur non essendo tradizionalmente al centro delle cronache sulla ‘ndrangheta, ha sviluppato un sistema criminale profondamente radicato
Un sistema criminale “di nicchia”
La criminalità organizzata a Catanzaro e Lamezia Terme ha una storia meno conosciuta rispetto a quella di altre aree della Calabria, ma non meno significativa. Questo territorio, pur non essendo tradizionalmente al centro delle cronache nazionali sulla ‘ndrangheta, ha sviluppato un sistema criminale profondamente radicato, in grado di influenzare le dinamiche sociali ed economiche locali. Lamezia Terme, con la sua posizione strategica tra le due coste calabresi, è diventata nel tempo un crocevia per il traffico di droga e un centro nevralgico per le attività criminali.
Le origini della criminalità organizzata a Catanzaro
Catanzaro, capoluogo di regione, ha storicamente rappresentato un punto di equilibrio tra i clan calabresi. Negli anni del secondo dopoguerra, la criminalità nella città era per lo più legata a reati comuni come furti, contrabbando e piccole estorsioni, ma con il passare degli anni si è progressivamente strutturata in gruppi più organizzati.
Il contesto socio-economico ha giocato un ruolo cruciale. La povertà diffusa, la disoccupazione e l’emigrazione di massa hanno creato un vuoto di opportunità che le prime famiglie criminali hanno sfruttato per consolidare il loro potere. A partire dagli anni ‘70, i clan iniziano a organizzarsi intorno ad attività più redditizie, come il controllo degli appalti pubblici e il traffico di droga.
Catanzaro è stata storicamente un terreno "neutrale", con meno conflitti rispetto ad altre zone della Calabria, ma con una forte influenza da parte delle cosche provenienti dalle vicine aree di Lamezia Terme, Crotone e Vibo Valentia.
Lamezia Terme: un crocevia della criminalità
La nascita della criminalità organizzata a Lamezia Terme è strettamente legata alla sua posizione geografica. Situata nel cuore della Calabria, Lamezia è un punto strategico per i collegamenti tra la costa tirrenica e quella ionica, nonché un importante snodo logistico per il traffico di droga, armi e merci illegali.
Negli anni ‘70 e ‘80, Lamezia è stata teatro di una vera e propria guerra tra clan per il controllo del territorio. Tra i gruppi più rilevanti si annoverano:
I Torcasio: Una delle famiglie storiche di Lamezia, nota per il controllo del traffico di droga e il racket delle estorsioni. Il clan Torcasio si è distinto per la spietatezza delle sue azioni, guadagnandosi un ruolo di primo piano nella criminalità locale.
I Giampà: Questo clan ha consolidato il proprio potere tra gli anni ‘80 e ‘90, diversificando le proprie attività illecite. La loro influenza si estendeva dal traffico di stupefacenti al controllo degli appalti pubblici.
I Cerra e i Gualtieri: Altre due famiglie che hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo della criminalità organizzata a Lamezia. Le rivalità tra queste famiglie hanno spesso portato a violenti scontri per il controllo del territorio.
I Iannazzo: Considerati tra i clan più potenti, i Iannazzo hanno costruito un impero criminale attraverso estorsioni e riciclaggio, mantenendo una forte influenza fino ai giorni nostri.
Le attività principali: droga, racket ed economia criminale
La criminalità organizzata a Catanzaro e Lamezia Terme ha basato la propria ascesa su alcune attività chiave:
Traffico di droga: Lamezia Terme, grazie alla vicinanza al porto di Gioia Tauro e alla sua rete di collegamenti stradali, è diventata un hub per il traffico internazionale di stupefacenti. Cocaina e hashish transitano dalla Calabria verso il nord Italia e l’Europa, con Lamezia che funge da base logistica per lo stoccaggio e la distribuzione.
Racket delle estorsioni: I clan hanno imposto il pizzo su una vasta gamma di attività economiche, dai piccoli commercianti ai grandi imprenditori. Questo sistema non solo ha garantito un flusso costante di denaro, ma ha anche permesso ai clan di instaurare un controllo capillare sul territorio.
Infiltrazione negli appalti pubblici: Soprattutto a partire dagli anni ‘90, i clan hanno iniziato a infiltrarsi nei lavori pubblici, controllando gare d’appalto e subappalti. Costruzioni, infrastrutture stradali e progetti edilizi sono stati spesso appannaggio di imprese legate alla criminalità.
Riciclaggio di denaro sporco: Come in altre aree della Calabria, i clan di Lamezia e Catanzaro hanno utilizzato attività legali come bar, ristoranti, alberghi e aziende agricole per ripulire i proventi delle attività illecite.
La nascita della criminalità a Catanzaro e Lamezia Terme
Le faide di Lamezia: sangue e vendette
Uno degli aspetti più cruenti della criminalità organizzata a Lamezia è stato il susseguirsi delle faide tra clan. Tra gli anni ‘80 e i primi anni 2000, le rivalità tra i Torcasio, i Giampà e i Cerra hanno portato a una lunga scia di omicidi e vendette trasversali.
La faida di Lamezia si è distinta per la brutalità degli omicidi, molti dei quali avvenuti in pieno giorno e in luoghi pubblici, generando un clima di paura e insicurezza. Tra le vittime non sono mancati innocenti, colpiti per errore o per essere legati a esponenti dei clan rivali.
L’intervento dello Stato: arresti e operazioni antimafia
A partire dagli anni 2000, la magistratura e le forze dell’ordine hanno intensificato la lotta contro la criminalità organizzata a Catanzaro e Lamezia Terme. Diverse operazioni antimafia hanno portato a decine di arresti e al sequestro di beni per milioni di euro. Tra le più rilevanti:
Operazione Crisalide: Ha smantellato il clan Giampà, portando all’arresto di numerosi affiliati e svelando il sistema di controllo sul territorio.
Operazione Chimera: Ha colpito i clan Torcasio e Cerra, mettendo in luce i legami tra criminalità e politica locale.
Operazione Rinascita-Scott: Sebbene focalizzata principalmente su Vibo Valentia, ha rivelato importanti connessioni tra i clan del Vibonese e quelli di Catanzaro e Lamezia.
La situazione attuale e le sfide future
Oggi, Catanzaro e Lamezia Terme restano territori fortemente influenzati dalla criminalità organizzata. Nonostante i successi ottenuti dalle forze dell’ordine, i clan mantengono una presenza radicata, grazie alla capacità di rigenerarsi e di infiltrarsi nelle attività economiche legali.
Tuttavia, segnali di resistenza stanno emergendo. Associazioni antimafia, iniziative civiche e una nuova generazione di cittadini stanno cercando di rompere il ciclo di omertà e illegalità che ha segnato la storia di questi territori. La sfida è ancora aperta, ma la consapevolezza e il coinvolgimento della società civile rappresentano un passo importante verso il cambiamento.
La nascita e lo sviluppo della criminalità organizzata a Catanzaro e Lamezia Terme raccontano una storia di sangue, potere e controllo. È una vicenda che ha radici profonde, ma che continua a evolversi, mettendo alla prova la capacità dello Stato e della società di contrastare un fenomeno che ha segnato il destino di questa parte della Calabria. Il futuro di questi territori dipende dalla capacità di affrontare con decisione le sfide poste dalla criminalità organizzata, costruendo un’alternativa di legalità e sviluppo.