Cosenza, protesta di migranti davanti la prefettura: "Trattati senza rispetto"
Trattati senza rispetto, senza diritti, in maniera spesso sgarbata: è quanto denunciano i migranti che stamattina hanno manifestato di fronte la prefettura di Cosenza, in piazza XI Settembre, per ribellarsi alle angherie a cui sono continuamente sottoposti dagli uffici pubblici.
Una condizione divenuta talmente insostenibile da costringere i migranti a dover chiedere un incontro al prefetto Vincenza Ciaramella, in modo da confrontarsi con la questura per una soluzione congiunta.
Tra le lamentele, insorge, in primis, la difficoltà data dai "lunghissimi tempi di attesa per i permessi di soggiorno" che causano, molto spesso, la perdita del lavoro o l'impossibilità di spostarsi in altri luoghi o di poter visitare i familiari.
A ciò si aggiunge - inoltre - un business fittizio di "vendite di residenze fasulle", per ovviare a tali ritardi. Uno sfruttamento incessante reso evidente, anche, dal mancato ricevimento negli uffici Immigrazione, che vedono uomini, donne e bambini lasciati per ore sui marciapiedi, qualsiasi sia la condizione climatica.
La protesta è destinata - anche - alla mancanza di mediatori linguistici all'interno degli stessi uffici, i quali, spesso e volentieri, mettono a disposizione operatori che lavorano unicamente in italiano, senza nessuna conoscenza di altre lingue, neanche le più basilari.
Una condizione divenuta talmente insostenibile da costringere i migranti a dover chiedere un incontro al prefetto Vincenza Ciaramella, in modo da confrontarsi con la questura per una soluzione congiunta.
Tra le lamentele, insorge, in primis, la difficoltà data dai "lunghissimi tempi di attesa per i permessi di soggiorno" che causano, molto spesso, la perdita del lavoro o l'impossibilità di spostarsi in altri luoghi o di poter visitare i familiari.
A ciò si aggiunge - inoltre - un business fittizio di "vendite di residenze fasulle", per ovviare a tali ritardi. Uno sfruttamento incessante reso evidente, anche, dal mancato ricevimento negli uffici Immigrazione, che vedono uomini, donne e bambini lasciati per ore sui marciapiedi, qualsiasi sia la condizione climatica.
La protesta è destinata - anche - alla mancanza di mediatori linguistici all'interno degli stessi uffici, i quali, spesso e volentieri, mettono a disposizione operatori che lavorano unicamente in italiano, senza nessuna conoscenza di altre lingue, neanche le più basilari.