Stop ai prezzi calmierati di tamponi e mascherine: con la fine dello stato di emergenza dovuto dall’epidemia da Covid-19, conclusa il 31 Marzo, i prezzi di tutto il materiale inerente al virus non sarà più regolato in accordi con il Ministero della Salute, stabiliti da un protocollo d’intesa con le associazioni dei farmacisti, ritornando, così, ai prezzi di mercato.


Si pone, così, il rischio di un possibile aumento dei costi di mascherine chirurgiche, FFP2 e tamponi da parte delle farmacie, le quali potranno muoversi autonomamente.


Ad illustrare la situazione è Federfarma, federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, la quale spiega, tramite una circolare, che, per le mascherine chirurgiche, l’ordinanza che fissava il prezzo calmierato a 0,50 euro “non è più applicabile a decorrere dal 1° aprile 2022”.


Decisione che sembra dover essere soggetta a modifiche, essendo che, attualmente, tamponi e mascherine costituiscono elementi necessari al controllo dei contagi, essendo il virus ancora in circolazione.


“Stiamo invitando le farmacie a mantenere l’attuale prezzo calmierato sia per l’esecuzione dei tamponi sia per la vendita delle mascherine - ha dichiarato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma - siamo disponibili a valutare eventuali nuovi accordi o protocolli d’intesa per andare incontro alle esigenze del cittadino. Con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, è scaduto l’accordo che prevedeva il prezzo calmierato, che era stato regolamentato dal protocollo di intesa firmato con il commissario all’emergenza Figliuolo”.

Per ora non risultano segnalazioni in merito a speculazioni da parte di farmacisti sui prodotti contenitivi da contagio da Covid-19, anche perché, come spiega Tobia, l’Antitrust interverrebbe subito.