Questore Catanzaro emette 3 misure contro microcriminalità
Notificati tre divieti di accesso alle aree urbane
Il questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, ha emesso tre misure di prevenzione di Dacur, ovvero divieti di accesso alle aree urbane, in risposta a un'attività investigativa condotta dalla Divisione di Polizia anticrimine e dall'Upgsp della Questura, mirata a combattere la microcriminalità in città.
Il primo provvedimento
Il primo provvedimento è un Daspo "Willy" della durata di tre anni, rivolto a un 23enne di nazionalità romena, residente a Messina, già noto alle forze dell'ordine. Il giovane è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire la propria identità in un ristorante di Lamezia Terme, dove ha disturbato il proprietario e alcuni clienti dopo aver mangiato, visibilmente alterato. Al suo arrivo, i carabinieri hanno constatato il suo rifiuto di identificarsi.
Con il provvedimento, gli è stato vietato per tre anni di accedere ai locali pubblici e simili nei pressi del ristorante, nonché di sostare nelle immediate vicinanze di tali esercizi.
Il secondo provvedimento
Il secondo provvedimento è un altro Daspo "Willy" di tre anni, emesso nei confronti di una donna di 52 anni, residente a Isola Capo Rizzuto (Crotone), accusata di furto aggravato nel Parco commerciale "Le Fontane". È stata sorpresa dall'addetto alla vigilanza con 14 capi di abbigliamento del valore di 200 euro nella borsa.
Infine, l'ultimo provvedimento è un Dacur per stupefacenti della durata di cinque anni, riguardante una donna già nota alle forze dell'ordine e sottoposta a un avviso orale di prevenzione. È stata trovata con circa 330 grammi di sostanze stupefacenti di vario tipo nella propria auto, per questo sottoposta a misura cautelare dal Gip di Catanzaro.
La microcriminalità
La microcriminalità si riferisce a reati di minore entità, spesso caratterizzati da un forte impatto sulla vita quotidiana delle persone. Questi reati includono furti, scippi, vandalismi, danneggiamenti, piccoli reati contro la proprietà e disturbi della quiete pubblica. A differenza della macrocriminalità, che coinvolge crimini più gravi come omicidi o traffico di droga su larga scala, la microcriminalità tende a manifestarsi in modo più diffuso e frequente, colpendo direttamente le comunità locali.
Le cause della microcriminalità possono variare e includere fattori economici, sociali e culturali. La disoccupazione, la povertà, la mancanza di opportunità e l'esclusione sociale possono spingere le persone a commettere piccoli reati per sbarcare il lunario. Inoltre, la pressione di gruppi sociali o ambienti di vita può influenzare comportamenti devianti.
Impatto sulla Comunità
La microcriminalità ha un impatto significativo sulle comunità. Può creare un clima di paura e insicurezza, influenzando la qualità della vita dei cittadini. Le persone possono sentirsi costrette a modificare le proprie abitudini, evitando luoghi ritenuti pericolosi o investendo in misure di sicurezza domestica. Questo fenomeno può anche minare la fiducia nelle istituzioni e nella polizia, complicando ulteriormente gli sforzi di prevenzione e controllo.
Risposte e Prevenzione
Le risposte alla microcriminalità possono includere strategie di prevenzione, come il miglioramento dell'illuminazione pubblica, la creazione di spazi comunitari sicuri e il coinvolgimento delle forze dell'ordine in attività di prossimità. È fondamentale che le comunità collaborino con le autorità per identificare problemi specifici e sviluppare soluzioni efficaci.
La microcriminalità, sebbene possa sembrare meno grave rispetto a forme più eclatanti di criminalità, ha conseguenze profonde e pervasive per le comunità. Affrontare questo fenomeno richiede un approccio integrato che consideri le radici socioeconomiche del problema e promuova la coesione sociale.