Un milione di euro è questa la cifra stimanata dei beni sottoposti a confisca ad un noto imprenditore del settore dell’ortofrutta del reggino. La DIA di Reggio Calabria, coordinata dal Procuratore Distrettuale Dott. Giovanni Bombardieri, ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso nei confronti di Rosario Aricò, 59enne della Cittaà metropolitana. Imprenditore nel settore dell’ortofrutta, già condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, con sentenza divenuta definitiva nel 2015, a 6 anni e 8 mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso a seguito dell’operazione “Archi. Considerato affiliato della cosca Tegano, fortemente legato con il defunto Peppe Schimizzi e con suo cognato Carmelo Barbaro, pluripregiudicato e personaggio di spicco del gruppo, ricopriva secondo le indagini il ruolo di fornitore ‘obbligato’ della frutta nel settore della grande distribuzione alimentare.



A suo carico dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giovambattista Fracapane e Roberto Moio, che lo indicano come colui che riscuoteva tangenti, per conto dei fratelli Tegano ai danni della catena di supermercati G.D.M., a cui imponeva anche la fornitura di frutta. Confiscati 6 unità immobiliari (tra cui una villa di pregio e due appartamenti siti tra Reggio Calabria e Scilla), 2 auto, disponibilità finanziarie varie e 2 diritti di credito vantati presso terzi per un valore complessivo stimato prudenzialmente in un milione di euro.


Le risultanze giudiziarie, che hanno acclarato la sua “pericolosità sociale qualificata”, unitamente agli esiti delle indagini patrimoniali condotte dalla DIA, che hanno evidenziato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto agli acquisti effettuati nel tempo, sono risultati determinanti per l’emanazione dell’odierno provvedimento di confisca, che riguarda 6 unità immobiliari (tra cui una villa di pregio e due appartamenti siti tra Reggio Calabria e Scilla), 2 autovetture, disponibilità finanziarie varie e 2 diritti di credito vantati presso terzi.