Il Tribunale di sorveglianza di Napoli ha revocato la misura di sicurezza detentiva che era stata imposta a Pantaleone Mancuso, meglio conosciuto come "l'Ingegnere", 64 anni, noto esponente della potente famiglia di 'ndrangheta dei Mancuso, radicata nel Vibonese. Questa decisione segna un'importante svolta per l'imputato, che da tempo è stato al centro di inchieste e processi legati alla criminalità organizzata.

La fuga e l'arresto

Mancuso era stato arrestato nel marzo del 2019, dopo essere stato rintracciato in una sala Bingo a Roma, ma la sua vicenda giuridica era iniziata molto prima. Nel giugno del 2018, il suo nome era emerso con forza nelle cronache legate alla decisione del figlio maggiore, Emanuele Mancuso, di collaborare con la giustizia. La scelta di quest'ultimo aveva scatenato una serie di eventi che avevano portato Pantaleone Mancuso a diventare irreperibile, sottraendosi alla misura di libertà vigilata a cui era sottoposto.

Valutazione della buona condotta

Il Tribunale di sorveglianza di Napoli ha ora preso in considerazione la buona condotta dell'uomo durante il periodo di reclusione, determinando che non vi sono più motivi di pericolo sociale che giustifichino il mantenimento della misura detentiva. In base a questa valutazione, il magistrato ha deciso di revocare la misura di sicurezza detentiva, permettendo così a Mancuso di tornare in libertà.

Le accuse in corso

Attualmente, Pantaleone Mancuso è ancora coinvolto in importanti procedimenti giudiziari che riguardano gravi accuse. È imputato per il reato di narcotraffico, per il quale risponde di fronte al Tribunale di Vibo Valentia, un'accusa che si lega alla sua presunta attività di traffico di sostanze stupefacenti, una delle principali fonti di guadagno per molte organizzazioni mafiose, tra cui la 'ndrangheta, di cui fa parte. Oltre a ciò, Mancuso è coinvolto in un altro procedimento per tentato duplice omicidio, accusato di essere stato uno degli autori di un attacco violento, il cui esito avrebbe potuto essere tragico, sebbene non ci siano state vittime fatali. Questo caso è attualmente sotto il vaglio della Corte d'Appello di Catanzaro, che dovrà decidere se confermare o meno le accuse a suo carico, in base alle prove raccolte. La sua posizione processuale resta quindi complessa e la sua libertà, sebbene recuperata per il momento, potrebbe essere minacciata nuovamente da eventuali sviluppi giudiziari. La sua vicenda legale si inserisce in un contesto più ampio di lotta alla criminalità organizzata e alle attività illecite legate alla 'ndrangheta, che continua a rappresentare una sfida significativa per le forze dell'ordine e per il sistema giudiziario italiano.