La scena devastante e assurda della Stazione di Milano invasa la notte
scorsa da centinaia di meridionali in fuga dalla città meneghina appena
saputo della prossima ordinanza del Presidente del Consiglio che vietava la
mobilità ha destato meraviglia e critiche ovunque. Persino la stampa estera
ha dedicato grande spazio a tale comportamento definito dagli scienziati
impegnati contro la diffusione del Coronavirus "folle e irresponsabile". In
realtà l'esodo avviato sin dal primo giorno dell'allarme per il Coronavirus
non si è mai fermato. In Calabria sono giunti oltre 100.000 calabresi che
erano per motivi di lavoro e di studio domiciliati in Lombardia e nel
Veneto. La Calabria è fra tutte le Regioni del Sud quella che più, nelle
dovute percentuali, ha risentito di un fenomeno di abbandono che giorno
dopo giorno per molti anni, ha raggiunto dimensioni ciclopiche. Su
1.960.000 residenti, almeno 300.000 che  conservano la residenza in
Calabria, in realtà, vivono e domiciliano al Nord. E tanti di questi hanno
deciso, sfruttando soprattutto la chiusura delle scuole e dell'Università,
di rientrare stipati in bus e in treni riempiti sino all'inverosimile con
un rischio altissimo di prendere il virus per poi portarlo nelle loro
famiglie dove ad attenderli spesso vi sono genitori e nonni anziani e,
quindi, a forte rischio per il Coronavirus. Un comportamento
inqualificabile che ben denota la assoluta mancanza di senso civico, di
affetto per le proprie famiglie, di amore per la propria terra. Un
comportamento individualista ed egoista che, paradossalmente, potrebbe
ripercuotersi anche contro coloro i quali lo hanno attuato. Giungere in
Calabria dove la sanità è all'anno zero, dove non esiste nulla di nulla,
nel caso di una diffusione del virus, è anche una scelta improvvida per se
stessi. Vivere seguendo le regole in un territorio dove si potrebbe
giungere con il tempo dovuto ad un miglioramento complessivo, in una ottica
che guarda un pochino più lontano del quotidiano, è certamente meno
rischioso che vivere in una terra che, oggi, non presenta la gravità dei
numeri, ma che grazie al maxi esodo al contrario, potrebbe invece averli
nelle prossime settimane. Affidiamoci al buon Dio che ciò non accada anche
perché affidarsi agli uomini e al senso civico collettivo che in Calabria
non è mai esistito è praticamente impossibile.

Gianfranco Bonofiglio