L’olivastro nel Marchesato di Crotone. Una storia profondamente intrecciata
Geograficamente, l’olivastro era molto più diffuso in passato. Oggi è ancora presente nella fascia costiera italiana e nelle isole

Il Marchestao di Crotone
Il Marchesato di Crotone vanta una storia profondamente intrecciata con la coltivazione dell’olivo, un tema approfondito da Pino Rende nel suo articolo "L’olivo e l’olio nel Marchesato di Crotone". Questa pianta, simbolo di prosperità e pace, ha radici che affondano sia nella mitologia che nella realtà storica della regione. Secondo il mito, la dea Atena e Poseidone si contesero il dominio dell’Attica offrendo ai cittadini il loro dono migliore. Poseidone fece sgorgare una sorgente salmastra, mentre Atena piantò un olivo coltivabile, che venne scelto dagli ateniesi per la sua utilità e ricchezza.
L'olio nel territorio crotonese
La presenza dell’olivo nel territorio crotonese, tuttavia, precede il mito. L'olivo selvatico, o olivastro (Olea europaeavar. oleaster), è da sempre una componente fondamentale del paesaggio, spiega Rende nel suo articolo. Questa pianta, tipica della macchia mediterranea, si distingue per il suo ruolo ambientale e storico. Nel corso dei secoli, il Marchesato di Crotone ha visto l’olivastro caratterizzare il territorio sia dal punto di vista paesaggistico che economico. Nei documenti medievali, il termine "oleastro" compare frequentemente come riferimento per la delimitazione dei confini territoriali. Un atto del novembre 1118, ad esempio, menziona un oleastro come punto di riferimento per un possedimento presso il fiume Tacina, nel territorio di Santa Severina. La diffusione dell’olivastro nel Marchesato è testimoniata anche dalla toponomastica locale. Nel Seicento, compaiono riferimenti a luoghi come "Januam Nove seutimpam oleastri" e "timpa dell'ogliastro" nel territorio di Policastro, mentre nel Cinquecento, a Santa Severina, si parla della "serra dellogliastro". Questi toponimi dimostrano quanto l’olivastro fosse parte integrante del paesaggio e della cultura locale.
Come si presenta l'olivastro
Dal punto di vista botanico, l’olivastro si presenta come un arbusto o un albero che può raggiungere i 15 metri di altezza e superare il millennio di vita. Il tronco è contorto, spesso cavo, e assume dimensioni imponenti negli esemplari monumentali. Le foglie, di colore verde intenso nella pagina superiore e argentate in quella inferiore, conferiscono alla pianta una particolare bellezza, rendendola apprezzata anche per fini ornamentali. La sua fioritura avviene tra maggio e giugno, con piccoli fiori bianchi riuniti in grappoli, mentre l’impollinazione è anemofila.
Geograficamente, l’olivastro era molto più diffuso in passato. Oggi è ancora presente nella fascia costiera italiana e nelle isole, fino agli 800 metri di altitudine, sebbene sia in regressione a causa dell’urbanizzazione e dell’agricoltura intensiva. Il suo legno, noto per la durezza e compattezza, continua a essere molto apprezzato per lavori di ebanisteria e scultura. Nel contesto del Marchesato di Crotone, l’olivastro ha avuto una duplice funzione: da un lato, il suo olio era impiegato in ambito domestico e commerciale, dall’altro, il legno era utilizzato per la realizzazione di strumenti e arredi. Inoltre, l’olivastro è stato spesso impiegato per innestare varietà più produttive di olivo coltivato, fornendo una base solida per la produzione di olio.
Nonostante la diffusione dell’olivo coltivato, la presenza di diverse varietà di olive è attestata anche nei secoli passati. Già alla fine del Seicento, lo storico Fiore descriveva la presenza di numerose varietà di olive nella regione, alcune piccolissime e molto produttive, altre più grandi e pastose, soprattutto a Santa Severina. Solo alla metà dell’Ottocento, in territorio di Cirò, si trova documentata la coltivazione delle varietà Carolea e Oliva dolce, oggi tra le più diffuse in Calabria. Tuttavia, l’olivastro ha continuato a sopravvivere nelle zone meno accessibili, resistendo alle trasformazioni agricole.
La coltivazione dell'olivo e la presenza dell’olivastro hanno modellato il paesaggio e l'economia del Marchesato di Crotone, conferendo alla regione un’identità culturale profondamente legata a questa pianta. Oggi, nonostante le minacce legate alla modernizzazione e alla perdita di biodiversità, l’olivastro continua a rappresentare un simbolo di resistenza e continuità con il passato, mantenendo vivo il legame tra la storia e la natura del Crotonese.