L'export sale, l'import scende e il deficit della bilancia commerciale agroalimentare italiana migliora di quasi 1,6 miliardi di euro. E' quanto rileva l'Ismea nel report sul commercio con l'estero nel 2019, rilevando che le vendite hanno battuto un nuovo record raggiungendo 44,6 miliardi di euro, pari al 9,4% di tutti i beni e servizi. Le importazioni, invece, sono cresciute solo dell'1,4% rispetto all'anno precedente pari a 45,4 miliardi di euro. Un risultato, si legge nel report, da attribuire in larga misura all'aumento del 4,1% dell'import di prodotti agricoli, mentre le richieste all'estero di prodotti dell'industria alimentare sono rimaste sostanzialmente stabili. L'italia, quindi, si profila sempre di più come paese trasformatore di prodotti di qualità, alcuni dei quali realizzati con materie prime provenienti dall'estero. Secondo i dati Ismea, il principale mercato di destinazione per l'agroalimentare italiano rimane l'Unione Europea che ha acquistato nel corso del 2019 per un valore di di 28,4 miliardi di euro, in aumento del 2,6% rispetto l'anno precedente. Ma l'incremento più consistente delle richieste di prodotti agroalimentari si deve ai paesi Terzi con poco meno di 16,2 miliardi in aumento del 12,7%. Quanto ai mercati di destinazione che hanno incrementato in maggior misura le importazioni di prodotti agroalimentari italiani sono stati Francia, Paesi Bassi, Usa, Giappone, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Ismea, infine segnala che i comparti produttivi di maggior successo continuano a essere quelli dei derivati di cereali (+11,7% rispetto all'anno precedente) e latte (+10,5%), come anche vini e mosti (+3,2%). Fanno eccezione, riportando il segno negativo, i comparti della frutta fresca e trasformata (-3,3%), degli oli (-5,4%) e dei prodotti ittici (-4,3%).

Ansa