Diffondere solidarietà e rispetto: dovrebbero essere questi i valori intrascendibili dello sport che, soprattutto nel calcio - un attività tanto diffusa quanto praticata in Italia - è giusto vengano proiettati nel campo come nella vita.



I recenti avvenimenti che hanno interessato una serie di offese da parte di un tifoso vicentino nei confronti della Calabria, durante uno scontro con la squadra del Cosenza, ha messo fortemente in discussione questi valori, sconvolgendo fortemente, non solo i calabresi, ma anche qualsiasi persona si definisca, realmente, tifosa.

E' stato un altro episodio ad aver accentuato, ancor di più, questo divario, spostando quel gesto diffamatorio, giustificato come quasi 'goliardico', verso commenti pubblici fatti direttamente in diretta televisiva da una giornalista vicentina.



Segnalato dal presidente della regione, Roberto Occhiuto, un video del canale "Terzo Tempo" che registrava la diretta biancorossa a seguito della partita Vicenza-Cosenza. Durante la trasmissione, viene intervistato dal giornalista inviato al campo, il commento di un bambino di 7 anni, che esultava per la vittoria cosentina, innalzando il nome dei "Lupi" con cui la squadra si identifica. A scandalizzare l'opinione pubblica è stato l'intervento della giornalista in studio, la quale ha risposto al bambino con un commento razzista.

"Mi chiedo come si possa ridurre la bellezza dello sport a tanta violenza verbale come avvenuto nelle ultime settimane" commenta il Presidente calabrese al di sotto del video, facendo luce su come, ancora nel 2022, vengono resi pubblici comportamenti diffamatori a danno di un'intera Regione.



Abbattere i muri del razzismo e della disuguaglianza è necessario, poichè è la conoscenza della storia italiana e delle origini di questa Terra che rendono liberi dall'oscurità dell'ignoranza, madre di questo grande male che divide e incalza all'odio.