Flavio Stasi Sindaco Corigliano-Rossano
Flavio Stasi Sindaco Corigliano-Rossano

Corigliano-Rossano (CS) – Un recente post del sindaco Flavio Stasi ha sollevato un acceso dibattito, mettendo al centro temi di trasparenza istituzionale, rapporti con la stampa e presunti favoritismi nell’informazione locale. La questione è nata da una "anomalia" procedurale legata alla diffusione di una lettera istituzionale sui fondi ZES, che è arrivata prima ai media e solo successivamente al protocollo ufficiale del Comune. Stasi, nel suo post, non si limita a evidenziare l’irregolarità, ma analizza con tono critico il comportamento di chi ha reagito al suo intervento, evidenziando dinamiche che, secondo lui, minano la credibilità di alcuni organi di informazione.

La "titanica anomalia" e il fastidio suscitato

Il sindaco esordisce sottolineando un’anomalia che definisce “titanica”: una lettera ufficiale che, invece di seguire il normale iter istituzionale, approda prima alla stampa. Nonostante questa critica non fosse diretta alla stampa in sé, Stasi rileva come il fatto abbia comunque infastidito qualcuno, tanto da spingerlo a rispondere con un editoriale carico di risentimento.Un comportamento che, secondo il sindaco, si potrebbe riassumere con l’espressione popolare “coda di paglia”. L'editoriale in questione, stando alle parole del primo cittadino, sembrava rispondere a un’accusa mai formulata, configurandosi così come una vera e propria autoaccusa. In particolare, il sindaco allude all’idea che qualcuno possa sentirsi “prossimo o prostrato al potere di turno”, una condizione che, secondo lui, rappresenterebbe il massimo disonore per chi esercita la professione giornalistica.

Il potere, la libertà e la credibilità politica

Stasi non si limita a rispondere alle accuse, ma si sofferma sulla sua posizione personale rispetto al potere. Definendosi un “umile sindaco” privo di influenze economiche o politiche rilevanti, afferma che la sua credibilità politica deriva unicamente dal rapporto con i cittadini. È proprio questa indipendenza, dice, che rende difficile per i cosiddetti "potentati locali" accettare la sua figura. La critica del sindaco si fa più marcata quando sottolinea il cambiamento nell’approccio giornalistico locale rispetto a temi di interesse pubblico. “Qualche anno fa – scrive Stasi – ciò che ha fatto emergere il Comune di Corigliano-Rossano sui fondi ZES e la ‘procedura fantasma’ sarebbe stato oggetto di un’inchiesta giornalistica. Oggi, invece, si assiste a un atteggiamento diverso, che preferisce polemiche sterili a un approfondimento serio.”

La questione dei fondi ZES

Al centro della vicenda vi è una lettera relativa ai fondi ZES (Zone Economiche Speciali), che avrebbe dovuto seguire un iter istituzionale ma che, secondo Stasi, è stata trattata in modo “fantasma”. Il sindaco evidenzia come il Comune di Corigliano-Rossano abbia portato alla luce questa irregolarità, ma si rammarica del fatto che il tema non abbia trovato adeguato spazio nei media locali, che in passato avrebbero potuto affrontarlo con maggiore serietà.

Un post come unica risposta

Stasi conclude il suo intervento con una nota di amarezza: “Non eserciterò nemmeno il diritto di replica. Non saprei come fare rispetto a un tale tonfo.” La scelta di affidare le sue riflessioni a un post sui social, piuttosto che a canali più formali, rappresenta una forma di risposta che, nelle sue parole, è “umile, ma forse non credibile”. Una risposta che lascia aperte molte questioni, tra cui quella della trasparenza istituzionale e del rapporto tra informazione e politica. Questa vicenda pone interrogativi importanti sul ruolo dell’informazione locale, sulla trasparenza delle amministrazioni pubbliche e sul modo in cui i cittadini possono accedere alle notizie. L’accusa implicita di Stasi è che la stampa locale abbia perso parte del suo ruolo critico, optando per un atteggiamento più incline al compiacimento che all’analisi.

Corigliano-Rossano, 

Una realtà complessa e piena di sfide, merita un’informazione che sappia andare oltre la polemica per affrontare i problemi alla radice. Il dibattito sulla "procedura fantasma" dei fondi ZES potrebbe rappresentare un punto di partenza per un confronto più ampio su come le istituzioni e i media possano collaborare per il bene della comunità.