Guardia di Finanza
Guardia di Finanza

Le forze dell'ordine, in particolare i finanzieri dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, insieme allo Scico e sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, hanno eseguito un provvedimento importante nei confronti dell'imprenditore Francesco Morano, detto Gianfranco. Morano, originario di Taurianova, è ritenuto contiguo alla potente cosca "Bellocco" di Rosarno, una delle organizzazioni di 'ndrangheta più influenti nella Calabria meridionale.

Il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso una doppia misura: la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e la confisca di beni per un valore di circa 200 mila euro. Questa confisca patrimoniale rappresenta una parte fondamentale nella lotta contro le organizzazioni criminali, mirando a indebolirle economicamente.

La figura di Morano era emersa nelle indagini legate alle operazioni "Magma", "Erba di Grace" e "Buenaventura", condotte rispettivamente dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria e Firenze. L'operazione "Magma" in particolare, conclusa nel novembre 2019, portò all'esecuzione di 45 provvedimenti cautelari e alla condanna di Morano per traffico internazionale di stupefacenti. Questo sottolinea il ruolo centrale che l'imprenditore aveva nei traffici illegali, legati non solo alla 'ndrangheta calabrese, ma anche a reti internazionali di droga.

Il provvedimento

Il provvedimento rappresenta un passo significativo nella strategia di contrasto alle cosche mafiose, attraverso l'uso combinato di misure penali e patrimoniali per limitare la capacità operativa e finanziaria dei soggetti legati alle organizzazioni criminali.

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Francesco Morano, imprenditore ritenuto contiguo alla cosca "Bellocco" di Rosarno, ha subito ulteriori condanne per traffico di stupefacenti e attività estorsive aggravate dal metodo mafioso. In particolare, nell'ambito dell'operazione "Erba di Grace", Morano è stato condannato in secondo grado a 4 anni di reclusione per traffico di droga. Nell'operazione "Buenaventura", invece, è stato condannato in primo grado a 8 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Quest'ultima operazione ha rivelato il coinvolgimento di Morano in attività usuraie ai danni di un imprenditore del settore tessile nel senese, a cui aveva concesso un prestito con tassi d'interesse annuali esorbitanti, superiori al 66%. Le manovre estorsive servivano a recuperare questo credito usuraio, dimostrando la brutalità dei metodi utilizzati per garantire il controllo e i profitti delle cosche.

L'inchiesta

L'inchiesta economico-patrimoniale, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria in collaborazione con quella di Firenze, ha rivelato una sproporzione tra i beni posseduti da Morano e i suoi redditi dichiarati. Questo ha portato, nel marzo 2023, al sequestro del patrimonio, seguito ora dalla confisca definitiva. Tra i beni confiscati figurano una ditta individuale e il relativo patrimonio aziendale, compresa un'imbarcazione per la pesca lunga circa 16 metri, tre autoveicoli, un fabbricato e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 200 mila euro.

La confisca di questi beni rappresenta un ulteriore colpo alla rete economica su cui Morano faceva affidamento, dimostrando come l'azione investigativa non si fermi solo alla sfera penale, ma miri anche a colpire le risorse finanziarie che alimentano la criminalità organizzata.