Ferrero punta sulla nocciola calabrese, previsti 500 ettari in 3 anni
Mai stata così golosa la Calabria, che quest’anno ha ricevuto una grande opportunità. Sembrerebbe che la nota azienda di dolciumi Ferrero stia scommettendo sulla nocciola calabrese, impiantando i primi 100 ettari di noccioleti e prevedendone altri 400 entro il 2025.
Si chiama “Progetto Nocciola Italia" ed è stato ideato dalla Ferrero con lo scopo di puntare sulla “qualità italiana”, creando una filiera sostenibile italiana che possa sostenere l’intero comparto agricolo. La multinazionale ha stipulato un contratto di filiera con 75 produttori locali della rete d'imprese "Calabria in guscio".
Esso costituirà non solo un contributo importante per il territorio calabrese, ma anche un progetto a favore dell’ambiente, puntando tutto sulla ecosostenibilità degli impianti, i quali sono stati, inoltre, innestati su superfici abbandonate ed esposte al rischio di erosione idrologica.
«Si tratta di nuovi impianti con delle varietà segnalateci e prescritte dalla Ferrero – spiega il presidente di “Kalnut”, società capofila della rete, Mario Caligiuri - che hanno una resa maggiore per ettaro, sono varietà tonde del Sud Italia, che vanno bene per i loro prodotti tra cui il Ferrero Rocher. Noi in Calabria abbiamo un potenziale di circa 5mila ettari e in questo momento di incertezza anche economica, avere una partnership del genere che ci garantisce un prezzo minimo, tra l’altro indicizzato in base anche all’inflazione, è qualcosa di molto interessante, è una sfida, una grande opportunità da cogliere perchè abbiamo una rendita garantita che si aggira intorno ai 5mila euro di guadagno per ettaro, oltre le spese. – continua Caligiuri - Con il progetto “Nocciola Italia”, che riguarda anche altre regioni italiane, la Ferrero mira all’espansione e all’implementazione di circa 20mila ettari di nuovi noccioleti su tutto il Paese. Noi insieme all’associazione Cia, dei coltivatori italiani, abbiamo inteso portare avanti questo percorso e dare un’opportunità ai nostri colleghi».