La Calabria è una terra ricca di tradizioni, e la provincia di Cosenza ne conserva ancora tantissime. Il mese di Dicembre, è quello più zeppo, davvero pieno di festività tradizionali ultra centenarie, le quali continuano ad essere riproposte con orgoglio ed allegria dalla cittadinanza. I riti del Natale, nella presila cosentina, iniziano precocemente. Certo, il 25 Dicembre rimane l’appuntamento centrale e più importante, ma ci sono una lunga serie di ricorrenze che precedono e che seguono questa data; queste vanno proprio dal 5 Dicembre, vigilia di San Nicola, fino al 6 Gennaio, giorno delle famose “Strine” (canto tradizionale del Natale). I nostri avi  infatti, chiamavano il mese di Dicembre, o meglio, questo lungo periodo “U mise e Natale”, presentato con un’antica filastrocca popolare: “Santu Nicola a portatu a nova, alli sie è de Nicola, alli ottu è de Maria, alli tririci è de Lucia, alli vintunu San Tummasu canta, u vinticinque è ra nascita santa!”   



Oggi tratteremo proprio del primo step tradizionale natalizio , il giorno della Vigilia di San Nicola, conosciuto a San Pietro in Guarano, come il giorno dei “Cucchiddri”, e probabilmente, questa giornata, risulta rilegata solo ed esclusivamente al borgo presilano; davvero una festa identitaria, quanto particolare e caratteristica.



Ogni 5 Dicembre, tutti i bambini si svegliano prestissimo, ed in gruppo, provvisti di un sacco o una busta, fanno visite alle abitazioni del paese; si fermano davanti al portone di casa e cantano una filastrocca augurale, ricevendo dalle mani della padrona di casa un piccola pagnotta, chiamato, appunto ” U Cucchiddru”, o “Cucchiata di San Nicola”.  La Filastrocca augurale segue più o meno la seguente dicitura: “Nicò Nicò, la cucchiata la vuagliu mo, e si nun mi la vue dare, Santu Nicola te vo iutare”.



Abbiamo parlato di Cucchiata di San Nicola o Sanctus Nicolaus, e potrebbe essere proprio in questo personaggio la spiegazione della tradizione. San Nicola di Mira, divenuto poi di Bari, era vescovo di Mira, città della Turchia, ed era denominato il “Vescovo dei fanciulli” per la sua generosità e la sua disponibilità verso i bambini. Per festeggiare la sua ricorrenza, divenne consuetudine, seguendo il suo esempio, fare dei regali, ma qualche tempo fa, qual’era la cosa più preziosa da regalare e più gradita da ricevere, se non il pane? Quindi per questa ricorrenza venivano preparati appositamente, dei pani in miniatura da offrire ai bambini. Questi piccoli pani venivano preparati in coppia o “cucchia” (termine in dialetto del posto), da qui probabilmente, il termine “Cucchiata”Sanctus Nicolaus, questa figura di adulto, di vecchietto, che fa regali, divenne col passare del tempo Santa Klaus, il nostro moderno Babbo Natale.



Nel borgo presilano la tradizione continua ad essere tramandata di generazione in generazione, e Giovedì 5 Dicembre, ci sarà il secondo ritrovo di San Nicola, proprio per non dimenticare la festività e ritrovarsi tutti insieme, con l’intento di portare i bambini a chiedere il famoso “Cucchiddru”, sempre pronto ad essere offerto da ogni famiglia sampietrese.  Da precisare che fino a qualche decennio fa, i giovani del posto riuscivano ad unirsi spontaneamente per l’evenienza, mentre oggi, col diffondersi dei social network, questo tende a divenire sempre più complicato. A tal punto, infatti, il comitato libero “Ddirrocchi”, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, ha pensato di creare un vero e proprio evento su Facebook, proprio per sfruttare il social in maniera costruttiva, e per diffondere nei bambini e nei più giovani il bisogno del collettivo e del rispetto delle tradizioni, che purtroppo, con gli anni, viene sempre meno.