Latitante arrestato a Duisburg, scampò a strage del 2007
Scampò solo per un caso fortuito alla strage di Duisburg, in Germania, il giorno di Ferragosto del 2007, in cui furono uccise sei persone nell'ambito della faida di San Luca, Antonio Strangio, il 44enne arrestato dalla Polizia locale nella città tedesca in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso su richiesta della Dda di Reggio Calabria perché risultato latitante per un traffico di droga per il quale deve scontare una condanna a cinque anni di reclusione comminatagli a conclusione del processo "Pollino".
Strangio, ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca "Pelle-Vanchelli", lavorava proprio nel 2007 nel ristorante "Da Bruno", nel parcheggio del quale fu commessa la strage.
Gli inquirenti ritengono che proprio per i suoi legami di parentela con i "Pelle-Vottari" Strangio potesse essere uno degli obiettivi degli assassini, ma si salvò per il fatto che aveva lasciato il locale prima di mezzanotte dopo avere concluso il suo turno di lavoro.
Nel corso degli accertamenti e delle perquisizioni che fecero seguito alla strage, nell'armadietto di Sebastiano Strangio, proprietario del locale ed una delle sei vittime, fu trovato un fucile d'assalto di fabbricazione statunitense, mentre in quello dello stesso Antonio Strangio furono rinvenute 280 cartucce calibro 357 magnum.
Il nome di Strangio, inoltre, compare anche nell'informativa dell'inchiesta antimafia "Crimine", condotta dalla Dda di Reggio Calabria nel settembre del 2009.
Il latitante, infatti, fu ripreso mentre, alla guida della sua auto, si recava a Polsi in occasione della festa della Madonna della montagna, giorno in cui le cosche più importanti di 'ndrangheta tenevano tradizionalmente un "summit" nella località aspromontana.