Ritorno alla terra: storie di rinascita e innovazione in Calabria
Manager, ricercatori, coppie e professionisti stanno scegliendo di abbandonare la vita frenetica delle grandi città per abbracciare un’esistenza più autentica
Negli ultimi anni, la Calabria sta assistendo a una rivoluzione silenziosa ma significativa: il ritorno alla terra. Questo fenomeno, che mescola tradizione e innovazione, sta coinvolgendo persone provenienti da contesti urbani e professionali molto diversi, spesso con carriere avviate in settori altamente competitivi e globalizzati. Manager, ricercatori, giovani coppie e professionisti stanno scegliendo di abbandonare la vita frenetica delle grandi città per abbracciare un’esistenza più autentica e in sintonia con la natura.
Un ritorno collettivo alle radici culturali
Questo movimento non è solo una scelta individuale, ma rappresenta un ritorno collettivo alle radici culturali e storiche della Calabria. La terra, da sempre simbolo di identità e sostentamento, sta riacquistando centralità nella vita di molti. La decisione di coltivare un terreno, allevare animali o recuperare antichi mestieri agricoli va oltre l’aspetto economico: è un gesto che racchiude la volontà di riconnettersi con le origini e con un ritmo di vita più sostenibile.
Tra le storie più emblematiche c’è quella di una manager che, dopo anni trascorsi a Milano lavorando nel settore delle telecomunicazioni, ha scelto di trasferirsi in un piccolo borgo calabrese. Qui ha avviato un’attività agricola, assumendo personale locale e scoprendo un equilibrio tra lavoro e qualità della vita. La sua scelta non solo le ha permesso di riscoprire il valore della comunità, ma ha anche rafforzato il legame con la natura. Un’altra storia significativa è quella di una coppia di giovani professionisti che, dopo aver studiato a Bologna, ha deciso di stabilirsi tra le montagne della Calabria.
Nuova vita al turismo locale
Qui hanno creato un’asineria etologica, trasformando antichi sentieri in percorsi di trekking in compagnia degli asini. Il loro progetto ha dato nuova vita al turismo locale, puntando su un modello sostenibile e in armonia con il territorio. Anche chi è tornato dall’estero ha trovato nella Calabria un nuovo inizio. Un imprenditore ha lasciato una carriera internazionale per dedicarsi alla coltivazione di agrumi nella Piana di Sibari, una delle aree più fertili della regione.
Grazie alla sua dedizione e alla valorizzazione delle clementine, ha trasformato un’antica tradizione agricola in un’impresa moderna e redditizia. Questo movimento è anche guidato da donne come una giovane che ha scelto di tornare nella Sila per avviare una coltivazione di fragole, sfidando gli stereotipi di genere legati al mondo agricolo. Oggi la sua azienda è un modello di successo, dimostrando che la passione e il coraggio possono superare ogni difficoltà.
Innovazione e tradizione possono coesistere
Queste esperienze non solo dimostrano che il ritorno alla terra è possibile, ma evidenziano anche come innovazione e tradizione possano coesistere. Molti hanno introdotto tecnologie avanzate per migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale, creando nuovi canali di vendita diretta e sfruttando il digitale per raggiungere mercati più ampi. Tuttavia, il ritorno alla terra non è privo di sfide. La burocrazia, la carenza di infrastrutture e la mancanza di supporto istituzionale rappresentano ostacoli significativi.
Eppure, la determinazione di queste persone sta contribuendo a ripopolare aree che rischiavano di scomparire, riportando vita e speranza nei piccoli borghi e nelle zone rurali. Il ritorno alla terra in Calabria è più di una scelta personale: è una narrazione collettiva che intreccia passato e futuro, riscrivendo le regole di uno sviluppo che non sacrifica le tradizioni ma le reinventa. È il simbolo di una regione che, attraverso le sue radici, trova nuova linfa per costruire un futuro sostenibile e autentico