Giandomenico Oliverio, una battaglia di giustizia e solidarietà che unisce tutta l’Italia
Secondo lui, l’intera vicenda è una grave distorsione della realtà: quella che per molti è una “gestione abusiva” era, nei fatti, un’attività di salvataggio e accoglienza dei cani randagi

Abbiamo ricevuto una buona notizia: Giandomenico Oliverio, 32enne della provincia di Crotone, sta bene e, salvo imprevisti, tra oggi e domani potrà tornare a casa. Una piccola luce in fondo a un tunnel che ha indignato e mobilitato persone da ogni parte d’Italia. Giandomenico sa di avere accanto una comunità intera, fatta di cittadini, attivisti, associazioni, volontari e professionisti legali che non lo hanno mai lasciato solo.
La vicenda
Secondo quanto riportato nel verbale di sequestro redatto dalle autorità calabresi, a Giandomenico vengono contestati maltrattamento di animali, gestione di un canile abusivo e resistenza a pubblico ufficiale. Un elenco pesante, che ha portato al sequestro di 14 cani a lui affidati. La versione di Giandomenico, però, è molto diversa: attraverso i suoi canali social, ha respinto ogni accusa, dichiarandosi estraneo a qualsiasi forma di maltrattamento. Secondo lui, l’intera vicenda è una grave distorsione della realtà: quella che per molti è una “gestione abusiva” era, nei fatti, un’attività di salvataggio e accoglienza dei cani randagi del territorio. Un'opera portata avanti con sacrificio e amore in un contesto, come quello calabrese, spesso lasciato solo nella gestione del randagismo. La storia di Giandomenico, amplificata dalla rete di volontari e animalisti di tutta Italia, è diventata in pochi giorni un caso nazionale. Tra chi lo conosce, nessuno ha dubbi: non è un criminale, ma un volontario che ha sempre cercato di colmare un vuoto istituzionale.
L'ondata solidale
Tra le figure che stanno lavorando incessantemente per risolvere la situazione c’è Tommaso Bevilacqua, che segue da oltre un anno il caso direttamente sul territorio. Un impegno silenzioso ma fondamentale, che dimostra come, nonostante le difficoltà strutturali del Sud, ci siano realtà solidali e persone che non hanno mai smesso di lottare per Giandomenico. La vicenda ha giustamente fatto arrabbiare molti, ma è importante non lasciarsi trascinare dall’istinto. Servono azioni concrete, tutele legali, e il supporto di quelle (poche) istituzioni che hanno ancora a cuore la giustizia. Il prossimo 25 aprile si terrà una manifestazione in sostegno di Giandomenico. Ma oltre all’evento pubblico, è fondamentale che siano le istituzioni calabresi, a partire dalla Regione, ad assumersi le proprie responsabilità. Da tempo, infatti, si segnalano le condizioni critiche della gestione dei randagi sul territorio, ma le risposte istituzionali sono sempre mancate: nessun intervento concreto da parte del Comune di Caccuri, della Provincia di Crotone o della Regione Calabria. Come spesso accade in Italia, si agisce solo “dopo”. Ma questa volta non sarà così. Questa storia si deve concludere nel modo giusto. Con dignità, con giustizia, e con la forza di chi, come Giandomenico, non ha mai smesso di credere nel cambiamento. Nel frattempo, si sta organizzando una raccolta fondi per sostenere le spese legali e tutte le necessità legate alla vicenda. Non appena ci sarà l’autorizzazione da parte dei legali che seguono il caso, verranno pubblicate le coordinate per chi vorrà fare una donazione volontaria. Giandomenico ringrazia di cuore tutti voi per l’affetto, il supporto e ogni singolo messaggio ricevuto. Questa battaglia è diventata la battaglia di tutti, e insieme la vinceremo.
Giandomenico non è solo. E mai lo sarà.