Sindaci a Cosenza in prefettura contro ddl Calderoli
Sindaci contro il ddl Calderoli
Alcune decine di sindaci della provincia di Cosenza si sono ritrovati davanti alla prefettura, in piazza XI Settembre, per contestare il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata che ha già ottenuto, nelle scorse settimane, il via libera a Palazzo Madama e che adesso è atteso alla Camera.
Una manifestazione, organizzata dall'Anci Calabria, all'insegna del titolo significativo "No alla divisione dell'Italia".
"Noi siamo sindaci e io rappresento l'Anci, che non ha colore politico e rappresenta tutti i sindaci.
La preoccupazione - ha detto ai giornalisti Rosaria Succurro, di Forza Italia, sindaca di San Giovanni in Fiore e presidente di Anci Calabria le cui dichiarazioni dei giorni scorsi hanno provocato polemiche nel centrodestra - è la copertura economica dei Lep e noi vigileremo su questo. Siamo abituati a lavorare e lo facciamo per i nostri cittadini. Abbiamo avuto interlocuzioni con i parlamentari e ci sono stati dei miglioramenti, ma non basta per la tutela delle nostre comunità". Il consiglio Anci ha stilato un documento che è stato consegnato alla prefetta di Cosenza Vittoria Ciaramella. Tra i sindaci presenti anche Franz Caruso, primo cittadino di Cosenza.
La battaglia dei sindaci
"È una battaglia di tutti i sindaci - ha detto - di chi rappresenta i territori e che vuole che non vengano mortificati. Ci opporremo a chi vuole invece farlo. Sabato ci sarà Decaro a Cosenza e continueremo la mobilitazione. Noi non siamo contro l'autonomia differenziata, ma contro questo disegno di legge. Se tutti partissimo dallo stesso punto, con il finanziamento dei Lep, valuteremo. Servono 90 miliardi, se non ci saranno, e non ci saranno, faremo le barricate come ha detto Succurro. È una battaglia comune a tutti". Al termine dell'incontro in Prefettura il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, ha lanciato la provocazione: "Se il governo trova 100 miliardi di euro per i Lep io sarò il loro primo sostenitore e prenderò la tessera di Fratelli d'Italia. Come amministratori locali - ha poi aggiunto Stasi - siamo tutti preoccupati, a prescindere dal colore politico, perché questa norma rischia di cristallizzare e aggravare il divario tra Nord e Sud, che poi si riversa sulla carne viva delle comunità".