Il Dott. Ennio Avolio sottolinea l’importanza dei test rapidi “Pungi Dito” per monitorare il contagio del Coronavirus in Calabria
Negli ultimi giorni la stampa regionale e nazionale ha acceso i riflettori sulla Calabria in merito alla decisione del Governatore della Calabria Jole Santelli di anticipare le aperture di bar, ristoranti, pizzerie da asporto con possibilità di consumare all’aria aperta – per chi lo può fare – scatenando un vero putiferio mediatico e aprendo uno scontro diretto con il Governo Centrale. Le preoccupazioni sono tante, ma la Santelli non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro, sottolineando che ciò che preoccupa sono i nuovi arrivi dal nord, ovvero, dalle cosiddette zone rose, a cui il Premier ha dato il via libera. La Presidente calabrese, ha deciso di chiudere i confini emanando un successivo decreto che obbliga, a chi viene dal nord, solo calabresi con comprovate esigenze di salute o di lavoro, di registrarsi sul sito della Regione Calabria a restare in quarantena volontaria per almeno 14 giorni. Fatta questa premessa un calabrese illustre propone una soluzione che potrebbe essere rapida e molto efficace. Si perché il dott. Ennio Avolio, Biologo di origini calabresi che presta la sua opera all’Università Tor Vergata di Roma, sollecita l’utilizzo di questi test, che permettono di “screenare” più persone possibili, rappresentando uno strumento prezioso ed insostituibile. Spieghiamo perché.
Perché è importante realizzare test rapidi di screening sulla popolazione calabrese?
Il test “Pungi Dito” potrebbe tenere sotto controllo tutta la popolazione e quindi essere più sicuri su chi può uscire e su chi ancora deve rimanere a casa. Questi test rapidi si basano su dei risultati che vengono forniti molto velocemente. In buona sostanza, si punge il dito e nel giro di 10/15 minuti si ha il risultato con il 95% di validità. Dunque, in base al risultato ed alla presenza di IgG o IgM, si riesce a capire se si è venuti o meno a contatto con il virus, se si è ancora contagiati, e quindi passare successivamente al test sierologico di cui la Calabria ancora non è stata dotata, per poi avere l’ok delle ASP territoriali.
Un altro risultato interessante è quello relativo alla formazione degli anticorpi, ovvero, se si è stati contagiati precedentemente e se si sono formati gli anticorpi o se si può ancora contagiare gli altri, anche se si
è immuni. In questo caso, tale screening farà capire e di conseguenza, mettere in sicurezza, la popolazione calabrese.
Il dott. Avolio ha sottolineato che quello della Santelli non è da considerare un errore, soprattutto sulla base del fatto che certamente in Calabria ci sarà il via libera per effettuare questi test di screening, anche in ragione del fatto che il Premier Giuseppe Conte ha aperto alle regioni del nord l’accesso alla Calabria portando inevitabilmente una nuova ondata di contagi. Effettuare il test rapido consentirà di monitorare al meglio l’effetto dei nuovi arrivi dal nord. Un altro passaggio importante sottolineato dal biologo Calabrese, sulla base di uno studio condotto presso l’Università di Tor Vergata in collaborazione con l’ospedale di Reggio Calabria, è che uno dei fattori di rischio maggiori per il contagio da covid 19 è l’obesità, per cui anche queste persone a rischio devono prestare la massima attenzione ed essere monitorate. In sintesi, la lotta al coronavirus, ormai è acclarato, va fatta sul territorio, nei laboratori e nelle corsie degli ospedali. Ed in questo la Calabria, dopo il Veneto potrebbe essere tra le poche regioni virtuose nella gestione di questa grande emergenza.