Le critiche di Wanda Ferro sull’uso del Manifesto di Ventotene
Il sottosegretario all'Interno accusa la politica attuale di strumentalizzare le idee di Spinelli e Rossi

Ferro denuncia la mancanza di innovazione e la riduzione a un culto del passato
Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno, ha sollevato forti dubbi sull'uso del Manifesto di Ventotene nel panorama politico contemporaneo. Secondo Ferro, il documento, che segna una visione profonda dell'Europa, non viene discusso nel merito delle sue idee, ma trattato come una reliquia, usata da comici, cantanti e politici senza idee nuove. "Chissà se Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi avrebbero preferito che, dopo ottant'anni, si discutesse nel merito della loro visione d'Europa, o che il manifesto venisse trattato come una reliquia", ha dichiarato Ferro, criticando la superficialità con cui viene affrontato un tema così cruciale.
Una politica sterile e senza futuro
Ferro ha sottolineato come l'approccio odierno alla politica e al Manifesto di Ventotene sia lontano dallo spirito rivoluzionario dei suoi autori. "Questa concezione sterile e fideistica della politica, di chi si proclama erede di quella esperienza senza affrontare le sfide moderne, costituisce un oltraggio a chi ha sacrificato la propria vita per affermare idee rivoluzionarie", ha affermato. La politica attuale, secondo Ferro, si limita a creare una sorta di culto del passato, invece di affrontare le questioni urgenti dell'Europa di oggi. Concludendo, Ferro si è chiesta ironicamente come avrebbe reagito Altiero Spinelli di fronte a questo uso strumentale delle sue idee: "Povero Altiero Spinelli, all'arrivo del corteo sull'isola si sarà rivoltato nella tomba".