Corpi abbandonati al mare, quelli dei migranti che non ce l'hanno fatta a superare il viaggio della speranza: è stato questo ciò che ha spinto a ripristinare il cimitero di Armo, frazione collinare di Reggio Calabria, consegnato alla città nella giornata di oggi.

 

La cerimonia tenutasi per l'occasione è stato un momento di preghiera e di riflessione, presieduto dell'arcivescovo Fortunato Morrone. Il camposanto è stato reso agibile, ristrutturato e ripristinato con lo scopo di dare dignità alle sepolture di tutti quei migranti morti in mare, mentre tentavano disperatamente di trovare un po' di pace nelle terre occidentali..

 

Più di 140 tombe sono state realizzate con il contributo dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e l'impegno della Caritas Italiana.

 

È considerata dalla tradizione della Chiesa come un’opera di misericordia, che riguarda il rispetto per il corpo e la vita di una persona - afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI - Questo gesto porta con sé anche un messaggio forte: non possiamo abituarci che il Mediterraneo da mare nostrum diventi mare monstrum, mare di nessuno dove si muore per omissione di soccorso. La morte di queste persone è una grande domanda che impone la ricerca condivisa di soluzioni efficaci e umane, compresa l’apertura di corridoi umanitari a tutela dei richiedenti asilo. È un gesto di tanta umanità – aggiunge – frutto di solidarietà della quale ringrazio tanto, ma è anche un appello forte alla responsabilità politica, culturale e sociale di tutti verso il cammino dei migranti”.

 

Presieduti alla celebrazioni e intervenuti anche don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, di Maria Angela Ambrogio, direttrice della Caritas diocesana, i volontari del Coordinamento diocesano sbarchi, di Carmelo Versace e Paolo Brunetti, sindaci facenti funzioni rispettivamente della Città metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, e Massimo Mariani, prefetto di Reggio Calabria.





Fonte FOTO: Caritas Diocesana Reggio Calabria Bova