Coronavirus e la "febbre" del sabato sera. I sindaci condannano la movida: "c'è troppa gente"
È stato un weekend che non ha tardato a riempire le strade della movida. In tutta Italia, migliaia di persone, soprattutto giovani, si sono riversate in piazze e locali per il solito appuntamento del sabato sera: cocktail, passeggiata, due chiacchiere al solito tavolo dove alla fine ci si ritrova sempre con un sacco di gente. Niente di male fino a qui se solo non fosse che il Coronavirus non è ancora lontano dalla nostre vite. È ormai chiaro quanto la Fase 2 sia stata in realtà quasi totalmente travisata in un ritorno alla normalità, quasi come a dire "siamo fuori pericolo".
Seppur la curva del contagio sia notevolmente in calo, la Fase 2 è assai più delicata del lockdown, un periodo di transito affidato dal Governo al "buonsenso degli Italiani".
A soli 5 giorni dalla riapertura di bar, ristoranti e locali, intervengono allora i sindaci di tantissime città, anche le più piccole. Come Mimmo Lo Polito, il primo cittadino di Castrovillari, in provincia di Cosenza, che emanerà un'ordinanza con effetto di limitare la possibilità di stare fuori oltre un certo orario e ordinando, addirittura, la chiusura fino al 30 maggio di qualche attività del centro città che, a quanto sostiene, "hanno dato il peggiore esempio di distanziamento e rispetto delle regole".
Provvedimenti e restrizioni che si rivelano quasi necessari per cercare di arginare, quanto possibile, un pericolo che in molti non vedono più. Anche altre città d'Italia intendono applicare nuovi divieti ed imporre alle 21.30 l'orario di chiusura di locali.