Morano Calabro chiede un proprio hub vaccinale. "Difficile prenotarsi per Castrovillari"
L’assessore alla Sanità del Comune di Morano Calabro, Francesco Soave, chiede che venga potenziata la rete territoriale con l’istituzione di un ulteriore centro vaccinale anticovid a Morano.
«Lo abbiamo richiesto con forza ripetutamente – afferma l’esponente dell’esecutivo De Bartolo – ma sinora non abbiamo ottenuto riscontri. E’ vero, la Locomotiva castrovillarese corre molto; ma lo fa così speditamente da non consentire ai cittadini neanche di salire in carrozza. La località, infatti, appare e scompare dalla piattaforma regionale alla velocità della luce. Riuscire a ottenere un posto per la somministrazione del siero nella città del Pollino è un’impresa che riesce a pochissimi fortunati. Negli ultimi giorni molti utenti sono stati costretti, non senza disagi, stress e spese, a recarsi a decine di chilometri di distanza dalla propria residenza, per esempio a Corigliano-Rossano, Bisignano ecc.. Non sembra questa la strada migliore per estendere la profilassi a tutta la popolazione. La nostra Amministrazione – aggiunge Soave – a fronte delle continue segnalazioni ricevute, da sempre sensibile e attiva nella lotta alla pandemia, ha messo a disposizione delle persone che non possiedano mezzi per raggiungere le destinazioni assegnate dall’Asp, un servizio di accompagnamento. Ma sappiamo non essere questa la soluzione giusta. Occorre, invece, che si riveda il sistema e si aggiorni in virtù dei bisogni collettivi, eliminando le falle che ne impediscono il corretto ed equo funzionamento. Non possiamo continuare a spedire gente in giro per la provincia. Per quanto ci riguarda stimiamo sia più efficace incrementare le strutture in grado di somministrare il siero nel comprensorio che non obbligare fasce di utenza alla mobilità. Pertanto, nell’ennesimo tentativo di agevolare le popolazioni del Pollino, ribadiamo la nostra piena disponibilità a fornire adeguata assistenza logistica per l’apertura di un hub vaccinale a Morano. Riteniamo sia questo il modo migliore per provare a garantire il diritto alla salute anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo».